Il presidente della Fondazione Federico Gelli: «Ecco la fotografia dello stato dell’arte dell’applicazione della legge sulla sicurezza delle cure e la responsabilità professionale»
“Sicurezza delle cure e responsabilità degli operatori: la legge 24/2017 nei primi due anni di applicazione”. È questo il titolo del primo numero della collana ‘I Quaderni’ della Fondazione Italia in Salute. Diviso in tre sezioni, il volume ricalca la struttura del convegno sulla legge 24 svoltosi lo scorso aprile a Roma, nella sede della Camera: la prima parte del volume è dedicata alla presentazione del percorso di attuazione della legge e dei risultati della inerente ricerca; la seconda è incentrata sulle attività delle Istituzioni; la terza mette a confronto le esperienze dei soggetti portatori di interesse.
«Nel volume si descrive in maniera chiara e sintetica la fotografia italiana dello stato dell’arte dell’applicazione di tale legge, in previsione dell’uscita degli ultimi decreti attuativi che regolamentano i requisiti minimi delle polizze, i criteri per l’autoassicurazione e l’attivazione nel bilancio di ospedali e cliniche di fondi certificati a garanzia. Si tratta di un sistema di regole volte alla trasparenza, a garanzia dei cittadini, in caso di errori sanitari, per ottenere un risarcimento in tempi più celeri», spiega Federico Gelli, presidente e fondatore della Fondazione Italia in Salute nonché ‘padre’ della legge sulla sicurezza delle cure e la responsabilità professionale.
«L’occasione del convegno è stata pensata come un momento di incontro e confronto tra i diversi protagonisti del mondo della Sanità, e con esponenti di altre sfere della vita civile in grado di influenzarne grandemente il funzionamento, come il ministero dello Sviluppo Economico, la Magistratura e le Assicurazioni», aggiunge Fidelia Cascini, responsabile del Programma di Ricerca della Fondazione Italia in Salute.
Il 28 febbraio 2017, dopo oltre 15 anni di dibattito parlamentare ed un primo tentativo, con la legge Balduzzi, di normare la materia, il Parlamento riuscì a dare una risposta complessiva al tema della responsabilità professionale del personale sanitario e della sicurezza delle cure per i pazienti. L’obiettivo della legge è quello di rispondere principalmente a due problematiche: la mole del contenzioso medico legale, che ha causato un aumento sostanziale del costo delle assicurazioni per professionisti e strutture sanitarie, e il fenomeno della medicina difensiva che ha prodotto un uso inappropriato delle risorse destinate alla sanità pubblica. Il tutto nell’ottica della ricerca di un nuovo equilibrio nel rapporto medico-paziente che permetta, da una parte, ai professionisti di svolgere il loro lavoro con maggiore serenità, grazie alla nuove norme in tema di responsabilità penale e civile, e dall’altra garantendo ai pazienti maggiore trasparenza e la possibilità di essere risarciti in tempi brevi e certi per gli eventuali danni subiti.
Con la legge 24/2017 cambia la responsabilità civile e penale per gli esercenti la professione sanitaria, si regolamenta l’attività di gestione del rischio sanitario, prevedendo che tutte le strutture attivino un’adeguata funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio (risk managment), si prevede l’obbligo per le direzioni sanitarie delle strutture di fornire la documentazione sanitaria dei pazienti che ne faranno richiesta entro 7 giorni, e si affidano le linee guida non più solo le Società scientifiche, ma anche enti e istituzioni ed associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie.