Lavoro e Professioni 20 Ottobre 2021 13:17

«Legittimo l’obbligo vaccinale per il personale sanitario», Consiglio di Stato boccia ricorso medici

Respinta l’istanza presentata da medici e farmacisti del Friuli-Venezia Giulia. Per i giudici l’obbligo vaccinale «non si fonda solo sulla relazione di cura e fiducia tra paziente e personale sanitario, ma anche sul più generale dovere di solidarietà che grava su tutti i cittadini»

«Legittimo l’obbligo vaccinale per il personale sanitario», Consiglio di Stato boccia ricorso medici

L’obbligo vaccinale per il personale sanitario è legittimo. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, che con la sentenza n. 7045/2021 pubblicata oggi, ha respinto l’istanza di alcuni medici e farmacisti della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, non ancora vaccinati, confermando l’obbligo vaccinale contro il virus Sars- CoV-2, così come previsto per il personale sanitario dall’art. 4 del d.l. n. 44 del 2021.

L’obbligo vaccinale per i sanitari è legittimo

L’art. 4, infatti, dispone che, in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2 «al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza», gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2».

L’obbligo vaccinale tutela il personale sanitario e i pazienti fragili

Il Consiglio di Stato, superate le questioni processuali che avevano indotto il TAR Friuli-Venezia Giulia a dichiarare il ricorso inammissibile, «ha confermato la legittimità dell’obbligo vaccinale sottolineando che quest’ultimo è imposto a tutela non solo del citato personale, impegnato nella lotta contro la diffusione del virus Sars-CoV-2, ma anche dei pazienti e delle persone più fragili che sono ricoverate o si recano comunque nelle strutture sanitarie o socioassistenziali».

Il Tar ha chiarito, inoltre, che l’obbligo vaccinale «non si fonda solo sulla relazione di cura e fiducia tra paziente e personale sanitario, ma anche sul più generale dovere di solidarietà (art. 2 Cost.) che grava su tutti i cittadini, a cominciare dal personale sanitario, nei confronti dei soggetti più vulnerabili e che sarebbero più esposti alle conseguenze gravi o addirittura letali del virus per via del contatto con soggetti non vaccinati».

 

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