Il vicepresidente FNOMCeO Giovanni Leoni accoglie a braccia aperte i neolaureati in medicina con un augurio e una raccomandazione: «Vi auguro di esercitare la professione seguendo i vostri desideri e nella completa e assoluta dedizione verso chi sta male»
Centinaia di neoiscritti hanno partecipato sabato scorso al Giuramento di Ippocrate, la cerimonia di iniziazione alla professione medica che si è svolta nella bellissima cornice dell’Hotel Sheraton di Roma.
In un momento storico complicato per il sistema sanitario e per tutta la categoria, l’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Roma ha deciso di organizzare una manifestazione importante per rilanciare la professione motivando e gratificando i neodottori. Ci ha tenuto a dare un caloroso benvenuto ai nuovi camici bianchi il vicepresidente FNOMCeO Giovanni Leoni a margine dell’evento che, di fatto, ha segnato uno snodo cruciale nella loro vita privata e professionale.
Il Giuramento di Ippocrate e l’impegno del medico. Qual è il valore e il significato di questa giornata così importante?
«Il Giuramento di Ippocrate è un giuramento senza tempo che impegna il medico alla dedizione nei confronti dei pazienti e dei malati. È un momento etico molto importante nella carriera di ognuno di noi. Io auguro a tutti i ragazzi che intraprendono questa professione di riuscire a farla seguendo i loro desideri, e, possibilmente, in Italia perché dai dati emerge che il 25% dei ragazzi sotto i 35 anni pensa motivatamente di andare a lavorare all’estero. Io spero, invece, che questa gioventù, cresciuta come generazione Erasmus e che sa l’inglese, resti e abbia la possibilità di avere il proprio impiego qui nella nostra nazione. Non dico di tralasciare gli studi all’estero e le specializzazioni, ma è importante che siano messi in grado di poter esercitare la professione come desiderano nel nostro Paese. Altrimenti è un patrimonio che andrà disperso. Formare un medico costa 150mila euro e poi dobbiamo avere la possibilità di far specializzare tutti i medici che si laureano oggi e non solo la metà; tantissimi rimangono imbottigliati all’interno del famoso imbuto formativo».
La cerimonia rappresenta un momento fondamentale per i neolaureati. Qual è un augurio e una raccomandazione che fa a questi giovani?
«Gli auguro profondamente di poter sempre rispettare i princìpi del Giuramento, ed essere a posto con la propria coscienza. Inoltre, nei momenti più bui, delle guardie, nella solitudine e quando si deve decidere, ricordarsi sempre della dedizione assoluta verso il prossimo e verso chi sta male. Se si riesce, con impegno e sacrificio, ad ottenere il titolo per poterla esercitare, questa è la professione più etica che noi possiamo conoscere».