Da novembre duemila specializzandi del quarto e quinto anno inizieranno a prestare servizio negli ospedali lombardi. Gallera: «Saranno molto più autonomi e operativi senza andare ad ostacolare l’assunzione di nuovi medici»
La Lombardia è la prima Regione italiana ad introdurre medici specializzandi in corsia. Saranno in duemila del quarto e quinto anno che a partire dal prossimo mese di novembre inizieranno a prestare servizio negli ospedali lombardi senza alcun aggravio per le tasche dei cittadini, in quanto già percepiscono una borsa di studio. L’annuncio dato lo scorso mese di settembre in una intervista a Sanità Informazione dall’assessore al Welfare, Giulio Gallera, oggi ha trovato conferma al termine della giunta a cui hanno preso parte anche il professor Gianvincenzo Zuccotti, in qualità di presidente dell’Osservatorio regionale della Formazione specialistica e direttore della pediatria del Buzzi e Lucia Cococcioni, medico specializzando al 5° anno di pediatria.
«Il provvedimento adottato oggi è un passaggio che dimostra come l’autonomia sia una cosa utile per Regione Lombardia – ha commentato il Presidente Attilio Fontana, insistendo sull’importanza di accelerare con il processo di autonomia per la Regione –. È la dimostrazione che in Lombardia si cerca di trovare sempre la soluzione più logica, più concreta e più efficace per rispondere meglio ai bisogni del territorio e dei cittadini, senza ideologia». Un progetto di progressiva autonomia per gli specializzandi che parte da lontano e di cui lo stesso Fontana ha rivendicato la paternità: «In fondo se da domani gli specializzandi potranno lavorare, con progressiva autonomia, in corsia, è grazie ad una grande determinazione che abbiamo avuto quando nel febbraio 2018 non ci siamo arresi alla scelta del governo Gentiloni di sollevare dinnanzi alla Corte costituzionale una questione di illegittimità alla nostra legge. Ci siamo costituiti in giudizio, e la Corte costituzionale ci ha dato ragione. In questa direzione va il nostro progetto di autonomia».
Grande soddisfazione anche per l’assessore al Welfare Giulio Gallera che proprio ai nostri microfoni aveva annunciato un mese fa la decisione di seguire un percorso chiaro di progressiva autonomia per i medici specializzandi negli ospedali con l’intento di rispondere in modo concreto ad un problema di carenza di personale lamentato da tutta la categoria. «Tra poche settimane oltre duemila specializzandi, ovvero medici che hanno già fatto un corso di studi di 6 anni e stanno ultimando i tre di specializzazione, saranno molto più autonomi e operativi senza andare ad ostacolare l’assunzione di nuovi medici», aveva dichiarato.
Il percorso di inserimento degli specializzandi in corsia prevede alcuni passaggi fondamentali: il nullaosta del tutor che avrà il compito di garantire che un atto medico possa essere compiuto in autonomia dallo specializzando già adeguatamente formato e secondo precise direttive; l’individuazione dei casi clinici assegnabili ad un medico specializzando a seconda del livello di autonomia a lui riferibile; la garanzia di intervento da parte del tutor in caso di necessità; la garanzia che lo specializzando non sarà conteggiato nel computo delle risorse in organico in una unità organizzativa cui è stato assegnato.