La sentenza per gli insegnanti della Corte di Giustizia europea apre spiragli anche nel comparto sanitario. Sindacati già in trincea. Ipotesi ricorsi
Sono 8mila i medici che grazie alla recente sentenza della Corte di Giustizia europea potrebbero veder terminare l’incubo del precariato.
Lo stop ai contratti a termine nella Pubblica Amministrazione imposto, nei giorni scorsi, all’Italia potrebbe infatti far da pungolo al Governo per porre definitivamente rimedio anche alle criticità occupazionali del comparto sanitario. E, seppur i riflettori siano stati accesi soprattutto sulla scuola (violata la direttiva Ce 70/1999 con il rinnovo di contratti a tempo determinato per provvedere alla copertura di posti vacanti), si preannunciano migliaia di ricorsi anche in ambito medico per effetto di quanto appunto disposto dall’Ue.
I sindacati sono, in tal senso, già in trincea e pronti a chiamare in causa i Tribunali. Nel comparto sanitario il personale con contratto a tempo determinato rappresenta, infatti, il 10% della forza lavoro nazionale ed in alcune regioni, come ad esempio la Lombardia, il dato supera abbondantemente questa percentuale. Il Governo viene dunque incalzato ad un rapido adeguamento alle nuove disposizioni attraverso un apposito provvedimento, anche tenendo conto di un’altra pesante criticità: i contratti a tempo determinato nel Ssn rappresentano una varietà di tipologie, molte delle quali classificate tra le “atipiche”. Meglio, insomma, prendere la palla al balzo, operando la stabilizzazione, prima di essere travolti da una valanga di ricorsi.
Un rischio, quello dei ricorsi, a cui potrebbe sommarsene ad un altro: l’Italia, è già sotto procedura di infrazione da parte della Commissione Europea; se non dovesse, dunque, adeguarsi rapidamente dovrebbe anche pagare una multa milionaria. E sarebbe un duro colpo da assorbire in un periodo di crisi e di spending review in cui si chiedono continuamente sacrifici agli italiani e si continua a tagliare su servizi anche essenziali. Il caso della sanità è, in questo senso, proprio emblematico. Ancora una volta dunque l’Europa estrae il cartellino giallo nei confronti dell’Italia e, per non farsi sventolare il rosso, bisognerà correre in fretta ai ripari per dribblare i ricorsi.