I giovani medici scappano all’estero, i cittadini sono alle prese con infinite liste d’attesa. Una situazione drammatica a livello economico e strutturale. «È davvero una tempesta perfetta – sostiene il segretario generale Antonio Magi in occasione del 54° Congresso del Sumai Assoprof – urge un patto tra nuovo Governo e professionisti per risolvere il problema»
In apertura dei lavori del 54° Congresso nazionale del Sumai-Assoprof, il segretario generale Antonio Magi ha definito il complicato momento storico che stiamo vivendo «una tempesta perfetta, una situazione post-pandemica drammatica per il paese sia a livello economico che strutturale».
Secondo il presidente dell’ordine dei medici di Roma, è ancora presto per cantare vittoria: «C’è una guerra in atto – ha detto – siamo ancora in pandemia e chi si appresta a governare ha sicuramente gravi difficoltà». Auspica, per questo, un celere «confronto tra il nuovo Governo e operatori sanitari».
Uno dei focus del congresso Sumai-Assoprof, a Roma dal 18 al 20 ottobre, è palese già dal titolo: “Pnrr, Missione 6, specialista dove sei?”. «Il PNRR, infatti, parla di tutto tranne che del personale e di come riempire le strutture previste dal DM 77. Case di comunità, attrezzature nuove, telemedicina. Ma dietro a questi strumenti ci deve sempre essere l’uomo. Non possiamo fare a meno del personale umano. La carenza di medici specialisti è oramai assodata e si ripercuote sulla salute di tutti. Il SSN è poco attrattivo, l’Italia è il terzultimo Paese europeo come remunerazioni» ha evidenziato al nostro giornale.
Il pensiero di Magi è chiaro: è importante dare continuità a quello che il PNRR porta avanti. «Il DM 77 prevede case e ospedali di comunità e un lavoro in equipe professionali -. Tanti specialisti, dunque, che operano insieme a infermieri, mmg, pediatri di libera scelta, psicologi. Tutte figure professionali fondamentali ma oggi c’è carenza un po’ dappertutto sotto questo aspetto. Quel che manca nelle case di comunità – ha continuato il segretario Sumai-Assoprof – è lo standard fondamentale per gli specialisti, che è il fulcro. Perché il PNRR e il DM 77 servono a gestire il paziente cronico, quindi, c’è bisogno di uno specialista multi-cronico.
Una delle soluzioni, secondo Magi, potrebbe essere utilizzare «quelli che abbiamo già in Italia in questo momento». Gli specialisti ambulatoriali, infatti, hanno un media oraria di 21 ore settimanali. «Già portando a 38 ore tutti i medici, è come se assumessimo 5200 nuovi specialisti e si dimezzerebbero le liste d’attesa».
Ma non basta: «Dobbiamo fortificare la presenza degli specialisti sul territorio per evitare di non affollare i pronto soccorso». Inoltre, il territorio ha il compito «di accogliere i pazienti che vengono dimessi dagli ospedali – ha specificato Magi -. Spesso, oggi, non trovando gli stessi specialisti che li hanno seguiti all’interno dell’ospedale tornano a ricoverarsi. Dobbiamo potenziare la specialistica territoriale creando equipe simili a quelle ospedaliere sul territorio. Se riuscissimo a fare questo passo avanti – ha concluso – avremo risolto gran parte dei problemi dei cittadini».
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