Si chiama Kymera Therapeutics l’impresa del giovane ricercatore premiato come migliore innovatore italiano nel mondo: «Ci occupiamo di approcci innovativi nel campo della terapia per tumori e malattie autoimmuni. Un ritorno in Italia? Vedremo…»
Un esempio di eccellenza italiana all’estero? Nello Mainolfi, laurea in chimica farmaceutica alla Federico II di Napoli, esperienze di studio e lavorative tra Londra e gli Stati Uniti. Dopo aver lavorato per quasi 10 anni per la Novartis, a soli 39 anni è il fondatore di una startup di successo a Cambridge, nel Massachusetts, che si occupa realizzare nuove terapie antitumorali con modalità di ‘proteolisi’, ossia con un processo di degradazione delle proteine estremamente innovativo e sofisticato.
È stato consegnato a lui e alle sue ricerche, il premio Farnesina di quest’anno, assegnato dal ministro Angelino Alfano nel corso della riunione tra gli Addetti scientifici ed i vertici del mondo della ricerca, delle imprese innovative e delle startup. Un cervello in fuga? Un ricercatore che ha preferito fare esperienza all’estero in ambienti più scientificamente vivaci? Il perché Mainolfi abbia scelto l’America per fondare la sua impresa, lo racconta a Sanità Informazione.
Un premio importante per la fondazione di una startup che “parla” italiano ma che lei ha coltivato all’estero, perché?
«La ricerca nelle nuove tecnologie è sempre stato il mio interesse principale, fin dagli studi iniziali ed ho avuto modo di approfondire l’argomento durante il dottorato. Infatti, mi sono formato come ricercatore e come amante della ricerca scientifica nel campo farmaceutico. L’opportunità di creare una compagnia, ed adesso una piccola biotech che si basasse su una nuova tecnologia, riesce a coniugare insieme le mie due passioni principali. Ho fondato la startup negli USA perché miei studi ed il lavoro mi hanno portato all’estero: dopo aver iniziato l’università in Italia mi sono trasferito a Londra e poi in California e la mia carriera è proseguita negli USA».
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Esattamente di cosa si occupa?
«Ho lavorato quasi 10 anni alla Novartis ed ora coordino i progetti di ricerca della Kymera Therapeutics, a Cambridge, in Massachusetts, dove vivo con la mia famiglia. Il polo di biotecnologia più forte a livello mondiale si sviluppa tra Cambridge e Boston, non solo dal punto di vista finanziario ma anche per la circolazione di idee e per le opportunità di accesso. La scelta di fondarla qui è relativa al fatto che lavoro da anni negli USA ma anche al fatto di aver accesso a capitali che in altri posti è difficile avere».
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