«Tutti gli attori devono fare la loro parte, – spiega Sebastiano Calleri, responsabile Salute e Sicurezza sul lavoro della Cgil nazionale – sia le istituzioni sia i sindacati, ma anche i datori di lavoro che sono i primi responsabili della salute dei lavoratori dentro i posti di lavoro». Ad intaccare la salute dei lavoratori anche infortuni e stress
Le malattie legate al lavoro vengono riconosciute solo nel 34% dei casi. Ad affermarlo è Sebastiano Calleri, responsabile Salute e Sicurezza sul lavoro della Cgil nazionale. «Le patologie sono legate all’emersione, – ha spiegato ai microfoni di Sanità Informazione – cioè le malattie professionali vanno denunciate e riconosciute. Non sempre purtroppo in questo Paese si riconoscono».
Le malattie professionali si contraddistinguono per essere legate al lavoro che si svolge. La patologia può scaturire, quindi, sia da proprietà nocive delle sostanze utilizzate sia da movimenti violenti e ripetuti, non naturali, ai quali la struttura corporea risulta adattarsi. Tuttavia, se ogni lavoro possiede la sua rosa di potenziali danni alla salute, ci sono una serie di disturbi maggiormente diffusi. «Abbiamo in maniera preponderante disturbi muscolo-scheletrici, disturbi dell’apparato digerente e ipoacusie da rumore». Di fronte a queste malattie «bisogna elaborare una strategia nazionale su salute e sicurezza – spiega ancora il sindacalista – perché tutti gli attori devono fare la loro parte, sia le istituzioni sia i sindacati, ma anche i datori di lavoro che sono i primi responsabili della salute dei lavoratori dentro i posti di lavoro».
Ad intaccare la salute dei lavoratori ci sono anche gli infortuni. «Ne abbiamo alcuni che si ripetono oggi come cinquant’anni fa, ad esempio le cadute dall’alto in edilizia, l’esposizione ai gas chimici nel settore chimico e nel settore elettrico. Sono gli infortuni che si ripetono purtroppo anche se in misura minore, ma sono sempre gli stessi. Anche qui – chiosa – c’è da lavorarci».
Tra i principali disturbi riscontrati tra i lavoratori c’è lo stress. «Le patologie sono conseguenti allo stress lavoro-correlato, che è una sindrome riconosciuta recentemente anche dall’OMS. Ovviamente c’è un problema di stress soprattutto legato alle nuove forme contrattuali – conclude Sebastiano Calleri, riferendosi all’ormai consolidato precariato – e alle nuove forme di lavoro che interessano soprattutto i giovani, ma che stanno erodendo le sicurezze di tutti i lavoratori e le lavoratrici nel Paese».