«Finalmente anche gli infermieri gioveranno di quella tutela ordinistica riconosciuta a tutte le altre professioni intellettuali e che protegge anche i cittadini. Adesso necessario rivedere preparazione, formazione e competenza»
Con l’approvazione del Ddl Lorenzin, gli infermieri saranno chiamati ad iscriversi al nuovo Ordine della categoria, che garantirà, al pari delle altre professioni intellettuali, quella «tutela ordinistica che favorirà non solo i professionisti, ma anche gli stessi cittadini, offrendo armi efficaci ad esempio contro l’abusivismo, che infanga l’operato di centinaia di migliaia di professionisti e pone a rischio la salute degli assistiti». È il commento della Presidente nazionale dell’Ipasvi (Federazione Nazionale Collegi Infermieri) Barbara Mangiacavalli dopo l’approvazione del provvedimento, in una giornata che non esita a definire «storica per gli infermieri, professionisti laureati e internazionalmente riconosciuti come pilastri dell’assistenza».
«L’elemento forte della trasformazione dei Collegi in Ordini – spiega in una nota Mangiacavalli – è la tutela dell’assistito che si ottiene vigilando affinché l’iscritto abbia titolo al contatto diretto con lui, anche in caso con l’esercizio della magistratura interna. Quindi il controllo sui comportamenti deontologici e professionali: si lavora per una sorta di accreditamento periodico anche in termini di competenza dei professionisti. Non basta essere iscritto all’Ordine se poi l’iscrizione diventa un mero titolo di cui fregiarsi senza rivedere preparazione, formazione e competenza. Va introdotto un percorso di accreditamento periodico professionale e continuativo che gli Ordini possano a pieno titolo verificare».
«La differenza la faranno i codici deontologici – prosegue la Presidente – che anche grazie alla nuova legge acquisteranno maggiore rilevanza anche per il peso e le potenzialità che i nuovi Ordini avranno dal punto di vista del controllo e della loro applicazione e potranno essere aggiornati con maggiore e più regolare frequenza. La differenza la farà l’organizzazione a livello locale che la legge rende elastica prevedendo, anche grazie ai decreti attuativi che ora il Ministero della Salute dovrà predisporre con la collaborazioni di tutte le professioni, norme che non ingesseranno più la gestione e l’organizzazione dei professionisti sul territorio come oggi accade».
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