Gli operatori sanitari reclutati con un contratto a tempo determinato durante l’emergenza Covid saranno stabilizzati. La rappresentante del Segretariato Italiano Giovani Medici: «Auspichiamo un tavolo di confronto per gli specializzandi che hanno risposto presente»
La bozza della manovra 2022 approvata dal Consiglio dei ministri conferma la stabilizzazione del personale assunto durante l’emergenza Covid-19. Stiamo parlando degli operatori sanitari arruolati “in corsa” in piena pandemia per contrastare un nemico sconosciuto con poche armi a disposizione. Medici, infermieri e operatori sanitari presero in mano le redini del sistema con grande sacrificio e senso di responsabilità.
Dopo quasi due anni, la manovra del Governo, voluta con forza dal ministro Speranza, premia quindi i sanitari che abbiano lavorato almeno sei mesi – da gennaio 2020 a giugno 2021 – trasformando a tempo indeterminato i loro contratti in scadenza.
La proposta di stabilizzazione dei precari era arrivata dalla Federazione delle Aziende sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) che individua in 66mila unità di personale la platea di beneficiari ingaggiati con contratti flessibili. Secondo le stime della Fiaso, 21mila sono medici, quasi 32mila infermieri e quasi 30mila altri professionisti sanitari (tecnici di laboratorio e di radiologia, biologi, assistenti sanitari).
Escludendo dal totale i medici abilitati non specializzati, gli specializzandi iscritti al quarto e quinto anno e i pensionati, si arriva a circa 54mila. «La possibilità di reclutare a tempo indeterminato – spiega Giovanni Migliore, presidente FIASO – è legata ai tetti di spesa. Occorrerà superare quelli ancorati a parametri 2004 che non consentirebbero a tutte le aziende di adeguare il personale allo standard necessario». Migliore si riferisce soprattutto a quelle delle Regioni che sono state in piano di rientro. «La situazione varia molto da regione a regione» evidenzia il presidente Fiaso.
L’assunzione dovrebbe interessare i giovani medici che hanno completato la loro specializzazione durante l’emergenza. «Al momento non c’è alcuna bozza degli articoli contenuti nel disegno di legge» precisa Lucilla Crudele, Rappresentante degli Specializzandi per il Segretariato Italiano Giovani Medici (SIGM) al nostro giornale. «Sebbene assolutamente favorevoli ad una misura che allineerebbe in parte le piante organiche con i fabbisogni, specialmente in ambito ospedaliero, ci interroghiamo su quali strategie saranno adottate per gli specializzandi assunti nel periodo Covid».
La dottoressa Crudele è molto chiara: «Ci chiediamo, innanzitutto, se saranno ricompresi nella stabilizzazione. Ci meraviglia leggere la proposta Fiaso che li escluderebbe tout court. Molti specializzandi sono stati assunti con contratti di lavoro autonomo e, dunque, non sarebbero ricompresi. Il DPCM del 9 marzo 2020 ha aperto alle assunzioni degli specializzandi ma prevedeva solo contratti con forme di lavoro flessibile. Solo i decreti successivi hanno previsto la possibilità di stipulare contratti a tempo determinato».
«Un paradosso – va avanti – per cui proprio gli specializzandi che hanno risposto presente il primo giorno dell’emergenza, non essendo stati titolari di un contratto a tempo determinato, non possono essere stabilizzati». Diversa la sorte di quelli assunti con contratti a tempo determinato al 3° e 4° anno che non si sono ancora specializzati. «Per loro si aprirebbe dunque una voragine amministrativa – sottolinea la Crudele – in quanto avrebbero diritto alla stabilizzazione ma non hanno ancora maturato il titolo di specialisti».
«Auspichiamo, dunque, un tavolo di confronto sul tema – conclude – per evitare misure improprie e incomplete che ancora una volta andrebbero a ledere la parte più debole della nostra categoria. Mi riferisco ai giovani medici e in particolare a quegli specializzandi che sono stati lo zoccolo duro della risposta del nostro SSN all’emergenza».
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