Un medico su due, nell’ultimo anno, ha subito aggressioni verbali. Il 4% è stato vittima di violenza fisica. È la FNOMCeO a lanciare l’allarme presentando nella sede della Federazione alla presenza del ministro della Salute Giulia Grillo e del Comitato centrale, i risultati di un questionario cui hanno risposto oltre 5mila professionisti sanitari. Il 38% di loro ha dichiarato di sentirsi poco o per nulla sicuro e più del 46% è abbastanza o molto preoccupato di subire aggressioni. Aggressioni che potevano essere previste, a detta del 56% di chi ha subito violenza, anche se il 78% degli intervistati non sa se esistano o meno procedure aziendali per prevenire o gestire gli atti di violenza.
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Il Governo, per arginare quella che lo stesso ministro Grillo ha definito più volte un’emergenza, ha presentato un disegno di legge che, tuttavia, è fermo in Parlamento. «L’iter legislativo deve accelerare il più possibile – hanno dichiarato all’unisono il Ministro ed il presidente della FNOMCeO Filippo Anelli – in modo da giungere in tempi brevi all’approvazione del testo».
«A livello politico non ho alcuna preclusione – ha aggiunto la Grillo -, il lavoro del Parlamento per me va bene. Quello che mi interessa è che tutti gli operatori sanitari vengano tutelati e non siano vittime del loro lavoro. Capiamo che le situazioni a cui sono sottoposti i pazienti quando arrivano nelle strutture sanitarie siano stressanti, ma crediamo che, per l’interesse di tutti, non siano tollerabili fenomeni di violenza fisica o verbale o minacce».
Oltre al delicato problema delle aggressioni, il Ministro e Filippo Anelli hanno anche affrontato il tema del finanziamento del Fondo sanitario nazionale, al centro in questi giorni di numerose polemiche: «La sanità pubblica non può essere ricattabile – ha detto la Grillo -. Per questo il finanziamento dovrebbe essere fisso, adeguato e pubblico. Abbiamo raggiunto il limite oltre il quale non si può più tagliare».
Sul tavolo anche laurea abilitante e accesso degli specializzandi nel Servizio sanitario nazionale, imbuto formativo e carenza di medici: «Se non prendiamo il toro per le corna adottando misure importanti per far fronte a questi problemi – ha detto il Ministro – c’è il rischio di chiudere il SSN, perché è di questo che stiamo parlando».
Anelli ha posto all’attenzione del Ministro anche l’assenza della FNOMCeO ai tavoli dell’Aifa. Un’assenza che «crea problemi, dando vita a stranezze per cui alcuni farmaci possono essere prescritti da determinati specialisti e non da altri. È impensabile che il medico di famiglia non possa prescrivere i farmaci per il diabete. Mi rendo conto delle difficoltà, ma è necessaria una riflessione seria sul sistema della prescrizione, perché il disagio è palpabile, e perseguire obiettivi economici ha creato lacerazioni che la presenza della FNOMCeO all’Aifa potrebbe ricucire».
Il Presidente ha infine donato al Ministro il codice deontologico della professione medica. Immancabile la dedica: «Con riconoscenza per il prezioso lavoro svolto a tutela della salute dei cittadini». Strette di mano, ringraziamenti e fotografie.