Oltre 70 i medici di medicina generale contagiati e posti in quarantena. Il segretario generale del Sindacati medici italiani Pina Onotri: «I direttori generali delle ASL devono garantire le tutele previste dalla legge sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, altrimenti sono inadempienti e perseguibili per legge»
«Sono più di settanta i medici di medici generale contagiati e posti in quarantena dal coronavirus soprattutto nel Nord del Paese. Per questo siamo costretti a valutare, attraverso il nostro ufficio legale nazionale, tutte le misure, compresa quella di diffidare tutti gli assessori regionali e i direttori generali delle ASL in caso di eventi gravi per la salute dei nostri colleghi, intercorsi nell’esercizio della professione medica e riportabili al coronavirus». Così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani.
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«I nostri colleghi negli studi, negli ambulatori, nei presidi di continuità assistenziale proseguono ad assistano i pazienti senza i dispositivi di protezione individuali; interi reparti ospedalieri sono al collasso per il contagio degli operatori sanitari e tutto questo deve avere un limite. I direttori generali delle ASL devono garantire le tutele previste dalla legge sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, altrimenti sono inadempienti e perseguibili per legge».
«Il governo requisisca, come in Francia, le fabbriche che producono dispositivi di protezione personali – continua Onotri in una nota -. La situazione del contenimento dei contagi sta mettendo in luce l’incapacità delle regioni alla gestione di maxi emergenze e necessita sempre più l’individuazione di percorsi alternativi e dedicati per i soggetti affetti da sospetto Covid-19».
«Occorre valutare misure per la parziale chiusura degli ambulatori e dei presidi di Continuità Assistenziale che devono funzionare solo attraverso il triage telefonico e con l’apertura su appuntamento. Sono queste misure idonee per difendere i medici e gli operatori sanitari dal rischio di contagio dal virus» conclude Onotri dello SMI.
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