«Perché le Regioni vogliono formare meno medici di medicina generale rispetto a quelli che abbiamo concordato nel decreto Calabria?». È la domanda che si pone l’ex ministro della Salute, Giulia Grillo nel giorno della Conferenza delle Regioni prevista in mattinata a Roma.
«Ho letto le anticipazioni sul riparto dei posti aggiuntivi: dovevano essere 2000 da distribuire in tutta Italia, ma le Regioni hanno deciso incredibilmente di formarne solo 666. Chi ha deciso questa riduzione e perché? – Spiega ancora in un post su Facebook – Pare che il nodo, leggendo i documenti, sia il costo dell’organizzazione del corso che pare incrementato vertiginosamente da 1000 euro (dato storico in possesso della direzione del ministero), a 3000 euro».
«I dati della carenza medici sono allarmanti, a fine 2018 erano 3. 474 i posti di ruolo rimasti “orfani” di candidati nella medicina generale, a cui aggiungere i continui pensionamenti. Con le norme del decreto andavamo a compensare questa carenza formando 4.000 persone l’anno in tutta Italia, e invece qualcuno ha deciso di cambiare le carte in tavola. A svantaggio dei cittadini innanzitutto e ovviamente dei medici che vogliono formarsi».
«Cosa comporta questa riduzione? Si mette a serio rischio l’assistenza dei pazienti e si continua ad alimentare il fenomeno dei “camici grigi”: esercito di eterni precari non completamente formati, e non tutelati, a cui bisognava porre fine e non di alimentarne ulteriormente il numero come invece accadrà».
«Questa scelta, a mio parere incomprensibile, – conclude Giulia Grillo – farà ripartire in modo ancora più aspro il braccio di ferro con la categoria. I malati, il territorio e i giovani medici chiedono risposte concrete. A chi giova questa situazione?».