Al via il corso di formazione in partnership con 24ORE Business School, Università Cattolica del Sacro Cuore EngageMinds Hub e AIOM per sostenere gli oncologi nel disegnare il nuovo paradigma del rapporto medico-paziente
La pandemia da Covid-19 ha avuto un forte impatto sull’assistenza sanitaria ai pazienti, in particolare quelli oncologici che richiedono un costante contatto con il proprio medico oncologo. Non sono solo le abitudini ad essere state stravolte completamente, ma anche il rapporto tra medico e paziente che oggi si è necessariamente spostato sul piano digitale per arginare rischi di contagio o complicanze.
Un passaggio repentino ma cruciale per la classe medica che si trova oggi a gestire un cambio di paradigma sostanziale della professione da svolgere in modo radicalmente nuovo e con mezzi diversi, fortemente innovativi, ma senza mai trascurare il rapporto con i pazienti.
Proprio per rispondere a questo nuovo approccio sempre più ‘virtuale’, lo scorso 14 dicembre è partito TO CONVEY, corso di formazione a distanza per il medico, nato dalla collaborazione tra 24ORE Business School, Università Cattolica del Sacro Cuore EngageMinds Hub, AIOM e con sponsorizzazione non condizionante di Novartis Italia, con l’obiettivo di formare 20 giovani oncologi da tutta Italia: la nuova classe medica dei millennials.
«In un momento storico nel quale il digitale ha confermato il suo grande valore assumendo un ruolo centrale nella vita di ciascuno di noi, è importante analizzarne le sfaccettature e imparare a gestirne le potenzialità in modo efficace – dichiara Lucia Del Mastro, Ospedale Policlinico San Martino, Università di Genova – . Questo vale ancor più, se uno degli utilizzatori di queste tecnologie digitali è un medico che deve relazionarsi ai pazienti e la capacità di gestione degli strumenti digitali acquisisce un valore ancora più importante in ambito medico oncologico».
Il corso TO CONVEY, alla sua prima edizione, si rivolge proprio ai giovani oncologi e prevede un percorso formativo che li guiderà attraverso modalità interattive di gestione dei pazienti, costruzione delle relazioni e comunicazione a distanza, ma anche nella gestione degli strumenti digitali funzionali alla crescita professionale, come ad esempio i canali social, supportando questi giovani professionisti nell’acquisizione e nell’approfondimento delle soft skills necessarie a padroneggiare i nuovi modelli di comunicazione e organizzazione, in un mondo in continua evoluzione.
Il programma del corso si svolgerà in 8 giornate, per un totale di 24 ore di formazione in live streaming. Il percorso didattico, svolto da docenti di rilevo nazionale, è rivolto a medici chirurghi specializzati in oncologia e toccherà diverse aree tematiche tra cui la comunicazione virtuale, l’utilizzo dei social come strumento di condivisione e costruzione della propria reputazione online ma anche del rapporto con il paziente. Si articolerà in sessioni teoriche e in attività più pratiche per migliorare la capacità di comunicazione interna, esterna, con il paziente e per una migliore umanizzazione delle cure. La nuova generazione di medici millennials, oltre a essere a proprio agio con la tecnologia, comprende a pieno l’importanza del digitale applicato alla professione medica. Ormai tutti possiedono uno smartphone: il 90% di loro naviga sul web e il 93% possiede almeno un profilo social.
«Oggi più che mai al medico è richiesto non solo di applicare le proprie competenze cliniche e relazionali, ma anche di modellare il proprio balance emozionale sulla base del filtro digitale – spiega Claudio Achilli, Executive Consultant, Business Coach, Docente 24ORE Business School – controllando le emozioni ma riuscendo comunque a trasmettere empatia anche attraverso un mezzo nuovo da usare adeguatamente affinché sia efficace al livello di un consulto di persona e che lasci spazio per consolidare ulteriormente il rapporto di fiducia con il paziente».
La comunicazione per via digitale non è la semplice trasposizione della comunicazione in presenza e necessita degli strumenti giusti per essere efficace e il medico di oggi ha la necessità tassativa di acquisirli. L’accelerazione tecnologica e l’uso della telemedicina possono far temere una spersonalizzazione del rapporto medico-paziente, sempre più spesso legato all’intermediazione di uno schermo, ma anche in questo caso è necessario solo un semplice cambio del codice di comunicazione. La tecnologia digitale non rende asettica la relazione con il paziente, che resta centrale nel processo di cura, al contrario può rappresentare un valido aiuto se usata con consapevolezza, in particolare per condividere dati e referti, per una migliore presa in carico dei pazienti, per il monitoraggio di situazioni di malattia che abbiano bisogno di un controllo e un aggiornamento costante, migliorando la compliance terapeutica.
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