Il dossier Alpa andrà in commissione Affari Sociali. Ecco tutte le misure per ridurre il surplus di spesa pubblica (oltre 10 miliardi) causato dalla paura di essere denunciati dai pazienti
Le “grandi manovre” per contenere i costi della medicina difensiva sono già in fase avanzata. Seppur il fenomeno, con i suoi numeri (costa oltre 10 miliardi l’anno), sia sempre più preoccupante, non verranno prese delle “scorciatoie”.
Precisando un’anticipazione del Corriere della Sera, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha chiarito le proposte della Commissione Consultiva, creata ad hoc e presieduta dal giurista Guido Alpa, non saranno inserite nella Legge di Stabilità, ma passeranno al vaglio della commissione Affari Sociali della Camera per arrivare alla stesura definitiva entro il 2016. «Consegneremo il dossier alla commissione Affari sociali – spiega il ministro Lorenzin – che sta lavorando alla legge sulla responsabilità professionale (il relatore di recente nomina è il deputato del Pd, Federico Gelli, ndr) con l’intento di far camminare insieme alle misure dell’appropriatezza anche le norme sulla medicina difensiva».
IL DOSSIER – Tra le proposte spicca l’indicazione a porre a carico del paziente l’onere di provare l’avvenuto danno e non più al medico di discolparsi dalle accuse. Previsti anche la riduzione della prescrizione da 10 a 5 anni ed il rafforzamento del sistema che prevede l’obbligatorietà dell’assicurazione delle strutture ospedaliere. I liberi professionisti manterranno con i pazienti un rapporto cosiddetto contrattuale, rispondendo direttamente di eventuali responsabilità. Per dipendenti del Ssn e convenzionati la commissione suggerisce, invece, il passaggio al rapporto extracontrattuale che fa scivolare la responsabilità sulla struttura. Posti anche limiti sull’azione di rivalsa sul singolo professionista e la richiesta di dare specifica definizione alla colpa grave dei sanitari e prevedere «una fattispecie autonoma di lesioni e omicidio colposo». Solo per fare un esempio, ad oggi, un chirurgo denunciato per la morte di un paziente durante un intervento viene equiparato al pirata della strada che uccide un pedone. I lavori della commissione porteranno inevitabilmente anche ad un giro di vite sull’obbligo di assicurazione per ospedali, case di cura private e operatori sanitari ma anche all’istituzione di un albo di super periti cui i giudici dovranno necessariamente attingere per contare su consulenze tecniche il più possibile attendibili.
IL FENOMENO NEI SONDAGGI – Ecco, dunque, tutte le mosse predisposte per provare a mettere un argine all’escalation di contenziosi, che ha inevitabilmente determinato un surplus di spesa legato all’inappropriatezza delle cure. Secondo la commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari la medicina difensiva costa alle casse dello Stato più di 10miliardi ogni anno e si tratta di una cifra che equivale allo 0.75% del Pil, il Prodotto interno lordo del Paese. Secondo una ricerca dell’università Cattolica otto medici su dieci hanno prescritto farmaci, visite, ricoveri ed esami in eccesso, almeno una volta, nell’ultimo mese quando hanno avuto il sia pur remoto timore di finire in tribunale con l’accusa di aver sottovalutato qualcosa. Lo stesso dato emerge anche dal sondaggio dell’Osservatorio Internazionale della Sanità, secondo cui il 78,9% dei medici italiani ha paura di incorrere in una controversia pretestuosa. Proprio per questo, per il 72,2% degli intervistati rappresenta una necessità tutelarsi con una polizza comprensiva della tutela legale completa.
I COSTI DELLA MEDICINA DIFENSIVA – Un’indagine effettuata dall’Agenas (agenzia del ministero della Salute) su 1500 medici ospedalieri ha indicato che il “difensivismo” dei camici bianchi è principalmente dovuto ad una legislazione giudicata sfavorevole dal 31% degli intervistati. Il 28% vi ricorre per il rischio di una citazione in tribunale ed il 14% per lo sbilanciamento del rapporto con il paziente caratterizzato da eccessive pressioni e le aspettative dei familiari (14%). Ad ogni modo, a conti fatti, la medicina difensiva finisce per incidere sulla spesa sanitaria per il 10,5%. Le voci più significative riguardano: eccesso di farmaci (1,9%), visite (1,7%), esami di laboratorio (0,7%) e strumentali (0,8%), ricoveri (4,6%).
Il PUNTO DI VISTA DEI MEDICI – Ai medici, dunque, non resta che attendere che il quadro normativo diventi (finalmente) più chiaro attraverso le misure del Governo. Consulcesi, che già tutela oltre 70mila camici bianchi, plaude alle iniziative intraprese dal ministero della Salute e sottolinea l’esigenza di «proteggere i medici dalle controversie pretestuose e farli operare in serenità. Solo in questo modo si potrà ridurre il ricorso eccessivo alla medicina difensiva e si libereranno risorse pubbliche a favore della collettività».