Il punto della situazione al convegno “Etica, deontologia e tecnologie nella formazione dei professionisti sanitari” tenutosi il 19 e 20 Ottobre a Napoli. Roberta Chersevani, presidente FNOMCeO: «Viaggiamo con risorse limitate ma il progresso tecnologico fa passi da gigante»
Parterre de roi a Napoli nei giorni scorsi dove, in occasione della Giornata Mondiale della Bioetica, si è tenuto il convegno “Etica, deontologia e tecnologie nella formazione dei professionisti sanitari” organizzato dall’Università Federico II e patrocinato, tra gli altri, dalla FNOMCeO e dall’UNESCO.
Dal confronto tra le voci autorevoli presenti al congresso è emersa la necessità di integrare le nuove tecnologie in medicina con una sempre maggiore personalizzazione delle cure, data dall’imprescindibile rapporto di dialogo e fiducia tra medico e paziente. Ed è proprio la Roberta Chersevani, Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri a tracciare il primo punto all’ordine del giorno: «I temi della bioetica debbono permeare tutta la nostra attività, ed è rassicurante sapere che sono proprio i giovani a manifestare un interesse crescente verso la materia. Il nostro caposaldo – prosegue – è il Codice di Deontologia Medica, il quale già nella sua ultima versione del 2014 rilevava i profondi cambiamenti in atto nella nostra professione: il diverso contesto in cui si trova ad operare il medico, che deve oggi tener conto anche di aspetti organizzativi e gestionali; il modo diverso di considerare la salute – non più solo assenza di patologia ma ‘benessere’ – e non ultima la crescente diffusione delle medicine non convenzionali. Viaggiamo con risorse paurosamente limitate – conclude Chersevani – mentre il progresso avanza senza sosta».
Ma in che misura sono oggi i pazienti stessi ad avvalersi delle nuove tecnologie? Un po’ di dati ce li fornisce l’oncologo prof. Alberto Scanni, primario emerito al Fatebenefratelli Oftalmico di Milano: «Consideriamo innanzitutto che, su Google, una ricerca su venti riguarda la salute. Detto questo, sono i laureati ad affidarsi maggiormente a internet per informazioni sulla salute rispetto a chi ha la licenza elementare, rispettivamente il 75% e il 24%». Chi non ha proseguito gli studi, insomma, preferisce affidarsi all’ esperto vis a vis . Ma non è tutto. Secondo una ricerca effettuata dall’Osservatorio Innovazione in sanità del Politecnico di Milano «il 76% degli utenti del web non sa distinguere informazioni di valore dalle bufale: ciò significa che il medico avrà anche l’onere di smentire un’autodiagnosi errata. Eppure – conclude il professor Scanni – non solo il rapporto medico paziente in senso generico, ma la visita personale, che permette di vedere e toccare il paziente, all’interno di una relazione di ascolto e comprensione, resta fondamentale. Perché è lì che il fattore personale diventa fattore professionale».
E anche in ambito odontoiatrico la tecnologia fa passi da gigante, come conferma il prof. Alberto Laino (Università Federico II di Napoli): «Oggigiorno i calchi dentali si fanno solo tramite scannerizzazione dell’arcata dentale. Questo, oltre ad arrecare meno disturbo al paziente, garantisce una maggiore velocità nella preparazione di protesi e apparecchi, il che si traduce a sua volta in una riduzione dei costi e aumentata competitività». E il nuovo assistente alla poltrona che caratteristiche avrà? «Un giovane smanettone del PC – afferma Laino – che elabori tutti i dati il più velocemente possibile».