L’assistenza sanitaria oltre i confini è l’obiettivo del primo corso di Educazione Continua in Medicina a Lampedusa. Maurizio Lopalco (Direttore Sanitario del CARA di Castelnuovo di Porto): «Per i medici fondamentale aggiornare i protocolli operativi e apportare migliorie». Dario Manfellotto Presidente eletto FADOI: «L’immigrazione ci riguarda tutti, è giusto formare e imparare a gestire l’emergenza». Ahmad Al Rousan, mediatore culturale per Medici Senza Frontiere: «L’iniziativa è stata un’ottima occasione per aprire un confronto»
L’anno appena trascorso ha fatto registrare il nuovo record per quanto riguarda il numero degli arrivi di immigrati in Italia. Si è infatti registrato un aumento del 17,28% degli sbarchi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel 2016 i migranti accolti sono stati oltre 175.000, a fronte dei 103.792 del 2015 e ai 66.066 nel 2014. Ed è proprio in quest’ottica che assume un ruolo di primaria importanza l’iniziativa che si è svolta a Lampedusa nell’ambito del progetto “Sanità di Frontiera”, realizzato dal Provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e promossa dall’Osservatorio Internazionale della Salute grazie al sostegno di Consulcesi Onlus. Il corso di Educazione Continua in Medicina “Salute e migrazione: curare le persone oltre i confini” ha visto la partecipazione dei massimi rappresentati di tutte le realtà coinvolte sui temi della migrazione, con la presenza del medico Pietro Bartolo, Dirigente Medico Responsabile del Presidio Sanitario di Lampedusa. Tra i partecipanti anche Maurizio Lopalco, Direttore Sanitario del Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo di Castelnuovo di Porto, che ai nostri microfoni spiega l’obiettivo del corso.
«L’importanza di questa iniziativa è di aver riunito tutte le più importanti realtà nazionali e internazionali che realmente lavorano nel campo dell’immigrazione, quelle che, come dico io, si sporcano le mani tutti i giorni e che affrontano le paure, i dolori, le malattie di questa gente. Se coloro che hanno partecipato al corso, sono usciti dall’aula anche con l’1% di conoscenza in più rispetto a prima, io credo sia stato comunque un grande successo». «Il valore di questo corso – prosegue Lo Palco – è l’immediatezza delle nozioni che, una volta apprese, possono essere subito applicate sul campo. Infatti i partecipanti hanno cominciato immediatamente ad aggiornare i loro protocolli operativi e a valutare quali possono essere le migliorie da apportare».
«Mai come durante il corso Lampedusa è stata luogo simbolo di accoglienza per chi fugge da guerre e da disastri – interviene Ahmad Al Rousan, mediatore culturale per Medici Senza Frontiere nonché docente del corso. Questa iniziativa è stata un’ottima occasione per avere un confronto fra vari attori in Italia che si occupano di salute e che sono coinvolti nel fenomeno immigrazione».
Infine, a raccontare la sua testimonianza anche Dario Manfellotto, Presidente eletto FADOI (Federazione Associazioni Dirigenti Internisti Ospedalieri): «L’immigrazione è un tema che ci riguarda tutti. In primis in Sicilia dove la maggior parte dei migranti sbarca e dove è necessaria una prima accoglienza sociale e sanitaria. In seconda battuta tutto il Paese è coinvolto nel fenomeno, visto che questi uomini e queste donne entrano a fare parte della nostra realtà e necessitano di una seconda accoglienza da parte sia delle istituzioni sanitarie che degli stessi cittadini. Fondamentale in questa chiave è l’intervento delle strutture ospedaliere con i medici internisti, come me, la nostra categoria deve utilizzare l’esperienza necessaria per una presa in carico globale per tutti questi pazienti che presentano una complessità clinica alta. Questo corso a Lampedusa – conclude – deve essere un esempio, un punto di riferimento per continuare a formare medici e operatori».