Visibilmente emozionati, ma tanto orgogliosi dei loro ragazzi. La squadra dei genitori che ha accompagnato gli oltre 2mila aspiranti medici questa mattina all’università Bicocca di Milano ha atteso per oltre tre ore che le porte dei padiglioni 6 e 7 si aprissero per conoscere l’esito di un test che è stato motivo di preoccupazione per […]
Visibilmente emozionati, ma tanto orgogliosi dei loro ragazzi. La squadra dei genitori che ha accompagnato gli oltre 2mila aspiranti medici questa mattina all’università Bicocca di Milano ha atteso per oltre tre ore che le porte dei padiglioni 6 e 7 si aprissero per conoscere l’esito di un test che è stato motivo di preoccupazione per diversi mesi. La parola d’ordine comunque vada è «cambiare la formula»: selezione sì, ma dopo almeno un anno per quei ragazzi così appassionati da sognare di indossare un camice bianco sin dall’infanzia.
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«Mia figlia da quando ha sei anni ambisce a diventare medico – racconta una mamma proveniente da Bergamo -. Per lei oggi è un sogno che si realizza. Se riesce a passare il test e avrà la fortuna di arrivare fino in fondo, dovrà lavorare col cuore perché di business ne abbiamo abbastanza». «Purtroppo, questo sistema non è meritocratico, taglia le gambe a tanti possibili medici – rilancia un’altra mamma in attesa, che di chilometri ne ha macinati oltre mille, provenendo da Vibo Valentia per sostenere la figlia –. In Italia abbiamo carenza di camici bianchi e questo imbuto non aiuta. Già al secondo anno i numeri calano per cui la soluzione migliore sarebbe aprire, lasciare entrare e poi fare la scrematura negli anni. Oggi invece tanti ragazzi che sarebbero potuti diventare dei grandi medici rimarranno al palo e questo non è giusto».
Il 33% degli aspiranti medici arriva da fuori sede, molti dal Sud per alimentare il sogno di una vita. Per alcuni si tratta di un viaggio della speranza perché su 2050 presenti, equivalente al 92,34% degli iscritti, solo 159 ce la faranno e dunque per molti il sogno rimarrà tale o sarà rimandato alla prossima chiamata, nell’attesa di una nuova chance o di un cambiamento tanto invocato, mentre c’è chi addirittura ipotizza per qualche genitore un ruolo non solo di comparsa nella roulette dei quiz. E, infatti, tanti genitori si avvicinano per chiedere informazioni ai legali di Consulcesi presenti per fornire supporto legale in vista dei ricorsi che si dovessero intraprendere contattando lo sportello virtuale www.numerochiuso.info. «Si dà troppa enfasi alla cultura generale, a scapito di materie scientifiche; qualcuno addirittura si lamenta perché un genitore si sarebbe iscritto al test per aiutare il figlio» rilancia un genitore proveniente dalla Sicilia alimentando un dubbio tra i presenti. Un fuori quota in effetti si è presentato oggi in Bicocca – confermano i dati dell’Università –: è lo studente più anziano, 60 anni e un sogno ancora da inseguire, segno che le passioni non muoiono mai.
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