“Vogliono trasformarci in dipendenti di serie B”. Il sottosegretario alla Salute De Filippo: “Lavoriamo per riavvicinare le parti”
Fimmg contro Sisac. Il muro che separa da diverse settimane i medici di famiglia e la Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati non crolla.
Neanche dopo l’intervento del sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, che ha sottolineato l’impegno del Ministero per evitare che la situazione degeneri ulteriormente e che i camici bianchi della Fimmg decidano di confermare lo sciopero ipotizzato per la fine di marzo. Le posizioni tra le parti continuano infatti ad essere ferme e distanti, troppo perché si possa sperare in un riavvicinamento repentino che scriva la parola fine ad una battaglia che si fa ogni giorno che passa sempre più intricata. La volontà del dicastero guidato da Beatrice Lorenzin è però quella di perdere quanto meno tempo possibile, ricorrendo spesso e volentieri anche a incontri informali.
Al centro della polemica c’è il rinnovo della convenzione tra medici Fimmg e Sisac. In particolare, secondo i camici bianchi iscritti al sindacato, l’Accordo Collettivo Nazionale non sarebbe rispettato dall’ente che si occupa del suo rinnovo, in quanto questo avrebbe intenzione di ristrutturare i modelli gestionali seguendo una strada che potrebbe risultare dannosa sia per i pazienti che per i professionisti coinvolti.
L’intoppo riguarda le risorse destinate ai fattori produttivi delle nuove strutture e il tipo di lavoro richiesto ai medici. Stando a quanto dichiarato dalla Fimmg, la Sisac vorrebbe “trasformare il medico di famiglia in un dipendente di serie B privandolo delle sue garanzie”, sostituendolo invece con “una struttura assemblata da burocrati e spesso anche molto lontane fisicamente”. Motivo per cui “si perderà la capillarità dell’assistenza”, facendo sparire la figura stessa del medico di famiglia.
Sisac rispedisce le accuse al mittente e risponde che la mancanza di risorse destinate ai medici non dipende dalla Struttura Interregionale stessa ma dalla normativa attualmente vigente nell’ambito del finanziamento delle nuove forme organizzative. Sulla questione dei cittadini privati di una figura necessaria come quella del medico di famiglia, invece, Sisac risponde lapidaria: “Non è mai stata intenzione di nessuno limitare ai cittadini italiani la scelta del proprio medico”.