Lavoro e Professioni 18 Gennaio 2019 12:57

MMG in estinzione, Tortorella (Consulcesi): «Crisi di vocazione causata da disparità di trattamento inaccettabili»

Sulle pagine di Starbene il presidente della principale realtà di tutela del settore medico commenta il preoccupante avvenire della Medicina Generale italiana: «Entro 10 anni il 70% di loro andrà in pensione. Senza ricambio generazionale il numero totale rischia di assottigliarsi troppo»

I numeri di oggi, di per sé, non sarebbero neanche così allarmanti. Secondo Eurostat il numero di medici di Medicina Generale in Italia è infatti nella media, se non addirittura superiore a Paesi come Francia e Germania. Il problema però è che «nel giro di 10 anni il 70% di loro andrà in pensione» e, senza un «ricambio generazionale adeguato, il numero totale rischia di assottigliarsi troppo». A parlare è Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, dalle pagine di Starbene, sito di approfondimento sui temi della salute e del benessere.

«Da diverso tempo – continua Tortorella nell’articolo scritto da Valentino Maimone –, in questo ramo della medicina c’è una netta crisi di vocazioni, dovuta soprattutto a una disparità di trattamento economico, previdenziale e assicurativo tra i medici cosiddetti generici in formazione e gli specializzandi in tutte le altre discipline».

Tortorella aggiunge che «durante il corso triennale che devono seguire per ottenere il relativo attestato, i primi guadagnano 11mila euro l’anno lordi, senza le normali tutele dei contratti di lavoro (come la gravidanza retribuita); i secondi, invece, dispongono di borse di studio non tassate da 25-27mila euro l’anno, più i contributi e un’assicurazione. In queste condizioni – spiega il presidente di Consulcesi – diventa molto difficile, per un neolaureato, scegliere la medicina generale invece di una qualsiasi altra specializzazione».

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Per questi motivi, dunque, esisterebbe una notevole disparità di trattamento che nasce dalla mancata attuazione delle normative dell’Ue in materia. Queste, infatti, imporrebbero – in linea teorica – condizioni uguali per tutti. La conseguenza? Una valanga di cause di risarcimento nei confronti dello Stato, che puntualmente le perde.

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