La differenza tra morti “per” e “con” Covid è fondamentale per la medicina legale. Il prof. Introna (SIMLA) ribadisce l’esigenza massiccia di fare autopsie per evitare il contenzioso
Da due anni a questa parte i medici legali affrontano un nuovo problema emerso con la pandemia. Il contenzioso legato alle morti per Covid-19 sta dominando le discussioni accademiche, in quanto la mancanza di precedenti a cui appigliarsi e la gestione effettiva dei decessi causa spesso cattive interpretazioni.
Durante il convegno “Problematiche attuali della medicina legale: contenzioso, assicurazione e autoritenzione” all’Università La Sapienza di Roma, lo ha ribadito a Sanità Informazione il prof. Francesco Introna, presidente SIMLA (Società italiana di medicina legale e assicurazioni).
«È molto importante – ha detto – che ci sia chiarezza sulle cause patologiche che caratterizzano i decessi da Covid. Per due motivi essenziali. Prima di tutto per eliminare il contenzioso, perché oggi come oggi c’è il brutto detto “post Covid ergo propter Covid”, quindi qualunque morte in soggetto che abbia preso il Covid è attribuita al Covid, e non è così. Il Covid può tranquillamente essere una concausa anche minima nel decesso o non esserlo, proprio in pazienti che hanno sofferto di Covid. Specie perché noi stiamo vedendo le stesse patologie polmonari che portano a morte improvvisamente e inaspettatamente in pazienti Covid negativi».
Un elemento chiave per stabilire la verità sui decessi sarebbe autorizzare autopsie di tutti i morti con Covid. «Fino a quando non ci sono chiarezze nel poter fare autopsie su tutti i soggetti con Covid, senza dover subire il veto inutile da parte dei parenti per esempio, sarà difficile avanzare; quindi, fare a tappeto autopsie a tutti perché soltanto cercando le cause istologiche si potrà impostare una terapia corretta ed adeguata. Ci vorrà tempo ma bisognerà iniziare ad agire omogeneamente su tutto il territorio italiano».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato