Lavoro e Professioni 11 Ottobre 2021 12:58

No Green Pass assaltano Umberto I, infermiera aggredita e Ps bloccato per ore

Un manifestante della protesta No Green Pass di sabato a Roma era lì in attesa di cure. Insieme ad amici e parenti hanno sfondato la porta d’ingresso del Ps, distrutto apparecchiature sanitarie e aggredito gli operatori. Ruggiero (Nessuno Tocchi Ippocrate): «Copione ormai noto, a Napoli c’è un’aggressione ogni tre giorni»

No Green Pass assaltano Umberto I, infermiera aggredita e Ps bloccato per ore

Non sono bastati i danni alla sede della Cgil, le aggressioni e gli scontri con la polizia in pieno centro. Dopo aver cercato di raggiungere la sede della Presidenza del Consiglio e creato subbuglio a Roma, un gruppo di partecipanti alla manifestazione No Green Pass ha assaltato il Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I.

L’infermiera aggredita: «Sono sconvolta, queste follie devono finire»

Nella tarda serata di sabato, uno di loro è rimasto ferito negli scontri con le forze dell’ordine. In stato di fermo, è stato accompagnato in ambulanza al Pronto soccorso dell’ospedale romano per farsi curare. Peccato che già durante il triage abbia rifiutato di fornire le proprie generalità e di effettuare il tampone nasofaringeo, mentre insultava e aggrediva operatori sanitari e personale di vigilanza. «Non aveva il Green Pass, non voleva farsi fare il tampone. Si rifiutava di dare le sue generalità e di farsi curare – spiega Beatrice, infermiera, a Repubblica -. È stato accompagnato nella sala di isolamento da Covid e ha iniziato subito a inveire contro chiunque provasse ad avvicinarsi a lui. Filmava tutto con il cellulare, malediva la sanità».

L’area rossa del Pronto Soccorso ferma per ore

Una cinquantina di persone, amici e parenti, hanno preso a calci la porta del triage, danneggiato apparecchiature sanitarie come reggi flebo e elettrocardiografi ed aggredito fisicamente Beatrice e altri suoi colleghi. «Mi ha versato il contenuto di una bottiglia d’acqua potenzialmente infetta sul viso e in testa. Sono sconvolta – aggiunge – stavo solo facendo il mio lavoro, spero lo condannino pesantemente, queste follie devono finire».

L’area rossa del Pronto Soccorso, quella dedicata ai pazienti gravi, è stata bloccata per ore. Se fosse arrivato un paziente in pericolo di vita non sarebbe stato possibile curarlo. La situazione è tornata alla normalità solo con l’intervento della polizia: ci sono feriti tra le forze dell’ordine e tra gli operatori sanitari.

Ruggiero: «È un copione ormai noto, a Napoli c’è un’aggressione ogni tre giorni»

«Hanno sfasciato un Pronto Soccorso, un luogo dove si salvano vite umane, rimasto inoperativo per ore e aggredito medici e sanitari» sostiene amareggiato Manuel Ruggiero, fondatore dall’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate al nostro giornale. «I sanitari avranno giorni di prognosi e si assenteranno, i macchinari dovranno essere riparati o sostituiti. Tutto questo danneggia i pazienti, è questa la cosa peggiore».

Ruggiero denuncia una forte intolleranza verso i professionisti sanitari, ritenuti responsabili di tutte le mancanze del sistema. «È un copione ormai noto, a Napoli c’è un’aggressione ogni tre giorni. Siamo diventati il male, il capro espiatorio di questa pandemia. Non siamo responsabili dei ritardi delle ambulanze, del Pronto Soccorso affollato e di tutto il resto».

Attribuire la qualifica di pubblico ufficiale ai professionisti sanitari

La recente legge ha inasprito le pene per le aggressioni nei confronti dei medici. Tra gli altri provvedimenti, Ruggiero richiede a gran voce «di intensificare i controlli da parte della polizia nei Pronto Soccorso, videosorvegliare tutte le aree per identificare immediatamente gli aggressori e attribuire la qualifica di pubblico ufficiale ai professionisti sanitari in servizio sulle ambulanze e nei Ps. Questo permetterebbe di assicurare più velocemente possibile gli aggressori alla legge» conclude.

 

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