Risorse, formazione, aggiornamento ECM le note dolenti. Ma le iniziative delle Società Scientifica e le partnership per gli under 35 possono finalmente segnare una svolta. Intervista al Segretario/Tesoriere di Sic, il dottor Luciano Landa.
Risorse, sostenibilità, innovazione, aggiornamento Ecm. Sono le parole chiave su cui ragiona la chirurgia italiana, proiettandosi verso il futuro della professione. Un futuro al momento pieno di incognite soprattutto per i giovani medici. Proprio per questo le principali iniziative continuano ad essere concentrate sull’assecondare il naturale ricambio generazionale studiando nuove forme di tutela e formazione, come spiega, in questa intervista, il dottor Luciano Landa, Segretario Tesoriere di SIC, la Società Italiana di Chirurgia.
Segretario, quali sono le principali sfide che attendono la chirurgia?
«Sono quelle legate alla scarsità di risorse economiche che ci vedono in lotta tutti i giorni per cercare di dare miglior servizio possibile alla gente che si rivolge a noi. Ci rendiamo perfettamente conto chi queste risorse le genera, le Regioni nella fattispecie, ha bisogno, nell’interesse dei cittadini, che vengano allocate nel miglior posto possibile per il miglior uso possibile. Questo può scontentare qualcuno perché c’è sempre una lotta per accaparrarsi il maggior numero di risorse. Ma bisogna capire che le risorse vanno impiegate dove servono. Quindi determinate patologie e complessità chirurgiche vanno allocate in determinati centri e non altrove perché altrimenti queste risorse potrebbero essere sprecate. Per cui chi decide dovrà per forza allocare le risorse lì dove l’esperienza è maggiore e i risultati sono migliori. È per forza così, la direzione è univoca».
Davanti a risorse esigue spesso la soluzione è rappresentata dai processi innovativi. Le nuove tecnologie possono venire in soccorso alla vostra categoria?
«È relativo che innovazione significhi risparmio perché in effetti l’innovazione tecnologica è una risorsa ad alto costo. Quindi è chiaro che la direzione generale del Ministero che si occupa della programmazione a livello nazionale vuole vederci chiaro per capire dove allocare queste risorse ad alto costo».
Invece un altro aspetto molto importante, anche per la vostra categoria è l’aggiornamento, in particolare quello obbligatorio ECM. Qual è la situazione, considerando anche che la scadenza del triennio formativo è veramente ravvicinata?
«La situazione è pessima perché ci sono molti provider in giro non qualificati né accreditati come occorrerebbe. Mi riferisco alle caratteristiche che dovrebbe avere non l’agenzia di viaggi che si improvvisa provider e sul sito pubblicizza i crediti comunque presi. Non parlo di quello. Le scuole di specialità, quelle ufficiali gestite dalle università, purtroppo per una serie di circostanze non garantiscono agli specializzandi un adeguato curriculum tecnico operatorio come in effetti avviene negli altri Paesi. Quindi dal punto di vista della formazione siamo fortemente carenti ma ci stiamo lavorando. Le società scientifiche come la SIC e l’ACOI hanno promosso, e continuano a farlo, una serie di iniziative anche legate al fundraising perché occorrono soldi per le iniziative formative».
Sempre riguardo l’aggiornamento ECM, riguardo verifiche e controlli, si può già fare un punto della situazione?
«L’attuale sistema ECM garantisce in maniera approssimativa che i professionisti abbiano molti crediti annuali di una certa caratura. Al di là di questo questi controlli che vengono sempre promessi non vengono mai messi in pista. Io so che devo avere 50 crediti annuali però chi li verifica e come sono stati acquisiti non rientra nel sistema affidabile».
Le nuove sfide della professione e l’aggiornamento ECM senza dimenticare la forte attenzione ai giovani, in particolare gli under 35 con diverse iniziative già messe in campo da parte vostra, a partire dal recente accordo stipulato con Consulcesi.
«Sì, il tema l’abbiamo sempre tenuto presente. È una delle nostre priorità fare cose efficaci per le generazioni successive alla nostra è molto importante. È importante per evitare che questi ragazzi migrino verso altre nazioni. Proprio una nostra giovane collega è appena partita per gli Emirati Arabi. È un sacrificio notevole per la famiglia e per il clima, solo per fare qualche esempio. Mi ha raccontato che appena arrivata le hanno chiesto di quali strumentazioni avesse bisogno, mettendolo davanti un catalogo. E poi c’è la questione stipendi: si può arrivare a guadagnare cifre altissime ad appena 30 anni».
Quindi ben vengano iniziative dove si permetta ai giovani di avviarsi alla professione con tutele gratuite aggiornamento ECM come le ultime messe in campo.
«Stiamo facendo tutto quello che è possibile di concerto con la formazione istituzionale legata alle scuole di specialità, alle scuole speciali per esempio di chirurgia laparoscopica dell’ACOI, le scuole speciali della SIC che operano in vari campi, dalla robotica alla chirurgia bariatrica, sia la SIC che l’ACOI questo stanno facendo le società scientifiche. Certo ogni situazione è migliorabile però ci stiamo muovendo in quella direzione».