Arriva il bando e scoppia la protesta: studenti verso la mobilitazione con i sindacati e le maggiori realtà di settore pronti a sostenere i ricorsi. Iscrizione fino al 23 luglio, test l’8 settembre
Sempre meno spazio per i giovani che sognano di indossare il camice bianco. Il bando del Ministero della Pubblica Istruzione ha confermato le previsioni della vigilia con una nuova sforbiciata ai posti per accedere alla facoltà di Medicina. Non saranno mille in meno, ma cinquecento con la soglia che scende dunque a 9513. Ci sarà tempo fino al 23 luglio per iscriversi al test programmato per l’8 settembre. Le aspiranti matricole avranno a disposizione cento minuti per rispondere ai sessanta quesiti, che da quest’anno verteranno meno sulla cultura generale e più sui temi attinenti alla professione. I posti per Medicina in inglese sono 204 per cittadini comunitari e non residenti in Italia e 101 per i non comunitari residenti all’estero. La prova in lingua si svolgerà il 16 settembre 2015 in contemporanea in 17 paesi oltre all’Italia, dagli Usa al Qatar. I risultati dei test saranno pubblicati il 22 settembre 2015 per Medicina e Chirurgia-Odontoiatria. La graduatoria di merito nazionale sarà diffusa il 7 ottobre 2015.
Il taglio del 4 per cento dei posti (la metà di quanto si era prospettato e che la FNOMCeO aveva definito comunque ancora non sufficiente per evitare di formare futuri medici disoccupati) ha immediatamente innescato un turbine di polemiche. L’Unione degli Universitari (UDU) in un comunicato rilasciato dopo l’annuncio del Miur, denunciando le riduzioni di posti, ha fatto sapere che si prepara «alla mobilitazione negli atenei». Il Ministero della Pubblica Istruzione ha comunicato di aver ulteriormente rafforzate le misure a tutela dell’anonimato dei partecipanti per evitare la consueta pioggia di ricorsi che accompagna da anni le prove, generando migliaia di riammissioni in sovrannumero.
Su questo punto gli studenti sono comunque già con le antenne dritte ed a al loro fianco si è immediatamente schierata Consulcesi, la maggiore realtà di tutela medica in Italia ed in Europa. «Continueremo a vigilare affinché sia garantito l’accesso trasparente e meritocratico alla professione. Sempre pronti, ad ogni modo, a sostenere i giovani medici sulla strada dei ricorsi», afferma il presidente Massimo Tortorella, prendendo posizione anche sui rischi prospettati dalla FNOMCeO, che ha parlato di oltre 2,5mila esuberi all’anno: «Non ci sono troppi medici, anzi l’attuale sistema ne prevede troppo pochi. Sono oltre 50mila i camici bianchi – conclude Tortorella – che denunciano turni massacranti in violazione della direttiva europea 2003/88. Non è un caso che le aziende, sempre con maggiore frequenza, spingano i dipendenti, ad intraprendere i ricorsi contro lo Stato inadempiente. Ricorsi che, anche in questo caso, siamo pronti a sostenere».
L’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) e il Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi (CNAS), in una nota congiunta, fanno notare che «in Italia la situazione è fuori controllo e sbilanciata: il peso del collasso del Servizio Sanitario Nazionale, causato da tagli e conservazione di un’impalcatura burocratica desueta, poggia sulle spalle delle migliaia di giovani medici che continuano a ingrossare le fila del precariato» e ricordano che «quello della formazione medica pre e post lauream, rappresenta l’unico ambito in cui il diritto allo studio dello studente deve trovare un punto di equilibrio con la tutela del diritto alla salute del cittadino». In conclusione SIGM e CNAS affermano che «il sistema dell’accesso programmato è presupposto essenziale per garantire gli standard formativi richiesti e va salvaguardato e tutelato. Occorre, dunque, puntare sull’orientamento vocazionale degli studenti sin dalle scuole superiori ed affrontare le criticità della programmazione con un’ottica di sistema».