Ecco le irregolarità da nord a sud. Con la pubblicazione delle graduatorie definitive valanghe di ricorsi in arrivo
Il verdetto sui risultati dei test di accesso a medicina 2015 uscirà a momenti e, stando alle prime graduatorie, lascerà a bocca asciutta migliaia di studenti. Quanti di loro si arrenderanno? Ben pochi.
Lo svolgimento dei test è stato macchiato da irregolarità diffuse a macchie d’olio nei vari atenei d’Italia, e segnalate allo sportello virtuale www.numerochiuso.info. Ma quali sono state, nello specifico, queste irregolarità? Mentre gli esclusi sono già sul piede sul guerra e si preannunciano ricorsi in massa, Sanità informazione ha redatto un dossier per far luce su quello che è accaduto davvero l’8 settembre 2015 nelle aule in cui si sono svolti i test da Nord a Sud dello stivale.
Buste consegnate aperte a Pavia, e svariati minuti di ritardo (8 a Verona, 15 a Trieste) sull’inizio effettivo dei test, decurtati poi dai 100 totali a disposizione per completare la prova. Solo ad alcuni, viceversa, è stato concesso più tempo del previsto: è accaduto a Pisa (addirittura mezzora in più) e a Modena dove, peraltro, le etichette identificative venivano attaccate ai fogli solo dopo la consegna. Torniamo a Trieste, dove sono stati segnalati fogli macchiati con inchiostro (fatto riscontrato anche a Cagliari e Catanzaro) e dove ad alcuni studenti è stato annullato il test poiché mancava la firma, mentre ad altri invece è stata data la possibilità di firmare successivamente. A Milano ‘Bicocca,’ addirittura, gli studenti seduti tra le ultime file hanno potuto modificare le risposte al termine del test, con una penna portata da casa. Un episodio, quest’ultimo, verificatosi anche a Pisa. Confusione a Chieti sui plichi scambiati più volte per presunti errori di stampa.
In due atenei, quello di Roma Tor Vergata e quello de L’Aquila è stato concesso ad alcuni studenti presentatisi in ritardo, di accedere comunque alla prova. Alla Sapienza, principale ateneo della Capitale, invece, non solo non è stata effettuata l’identificazione degli studenti, ma questi hanno potuto tenere ed usare il cellulare durante il test; e non finisce qui: alcuni partecipanti erano in possesso di un foglio dov’erano segnate le risposte del quiz. A Campobasso è successo invece che ad un ragazzo è stata data la possibilità di inserire i propri dati anagrafici a fine test con una penna rossa. La sua scheda sarà facilmente identificabile in mezzo alle altre. A Sassari, ad un ragazzo è stata data la busta con il test già compilato, e successivamente è stata sostituita. Spostiamoci a Bari, dove il chiacchiericcio dei commissari tra i banchi, e il suono dei cellulari, facevano da sottofondo. A Salerno, invece, è stata notata la presenza sospetta di candidati in età non propriamente universitaria, mentre a Palermo Il presidente di commissione ha infranto un divieto staccando personalmente il codice alfa numerico ad un candidato. A poca distanza, a Catania, un caso eclatante: uno studente riferisce di una mancata garanzia dell’anonimato, in merito al quale è stato redatto un verbale e richiesto (e ottenuto) l’intervento della polizia.