Lavoro e Professioni 22 Novembre 2019 14:20

Numero chiuso, da Napoli il racconto di chi ce l’ha fatta ed è stato ammesso a Medicina dopo il ricorso

A seguito dell’ordinanza del Consiglio di Stato abbiamo intervistato i ragazzi che grazie al ricorso con Consulcesi hanno potuto immatricolarsi. Ecco le storie di Andrea e Paola

Numero chiuso, da Napoli il racconto di chi ce l’ha fatta ed è stato ammesso a Medicina dopo il ricorso

Ha spalancato le porte a un sogno l’ordinanza del Consiglio di Stato che lo scorso 8 ottobre ha riammesso 250 studenti alle Facoltà di Medicina e Chirurgia, dando ragione a coloro che avevano fatto ricorso in merito tramite il network legale Consulcesi. Un sogno che per molti, troppi studenti, rischia ogni anno di infrangersi contro il muro di irregolarità che si registrano in sede di test d’accesso, e da cui scaturiscono, appunto, ondate di ricorsi.

Circa un quarto degli studenti interessati dalla pronuncia è del Sud Italia e, nello specifico, il 7% proviene da Napoli. Proprio qui, nel capoluogo campano, Sanità Informazione ha raccolto le testimonianze di Andrea e Paola, due dei tanti ragazzi che quest’anno potranno finalmente immatricolarsi al corso di laurea in Medicina e Chirurgia.

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«Il sogno di diventare medico ce l’ho sin da bambina – ci confida Paola, che all’intervista è accompagnata dal suo papà, entusiasta di questa vittoria almeno quanto lei – e mi è stato trasmesso proprio da alcuni medici che ho conosciuto, vedendo la loro passione e il loro entusiasmo nel prendersi cura degli altri».  Secondo Paola, il criterio del numero chiuso sarebbe da rivedere dal momento che «una sorta di selezione naturale si riscontra comunque nel corso degli anni di studio». La sua esperienza con i test d’ingresso è tutt’altro che positiva, dal momento che, come lei stessa ammette «ho riscontrato molte anomalie che purtroppo, al momento, non ho avuto il coraggio di denunciare: ho visto con i miei occhi due colleghi tenere con sè il telefono, per non parlare di quello che mi è stato raccontato da altri».

Il papà di Paola a questo punto interviene e non ha peli sulla lingua: «Il test è concepito in modo tale da non premiare minimamente il merito. Almeno in passato il voto di diploma aveva un certo peso nella graduatoria, ora nemmeno quello». Adesso, grazie al ricorso vinto, la rabbia è acqua passata e lascia il posto alla soddisfazione: «Dietro consiglio di alcuni amici – racconta il papà – che avevano avuto delle esperienze positive con Consulcesi, abbiamo deciso di rivolgerci a loro per far valere le nostre ragioni, o meglio, le ragioni di Paola: e così è stato. Siamo felicissimi di questo risultato».

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Incontriamo Andrea capiamo che ha appena ricevuto la buona notizia, e la sua allegria è contagiosa per tutta la durata dell’intervista, nonostante il ricordo poco piacevole del giorno dei test d’ingresso: «Si avvertiva subito un’atmosfera ‘strana’. Vedevo candidati col telefonino, addirittura sono comparse delle tavole periodiche. Ho sostenuto il test nonostante lo stress e la consapevolezza che non era così che doveva andare, già pensando a un piano B. Mi sono documentato attraverso vari canali su quale potesse essere il modo per far valere le mie ragioni, e sono approdato a Consulcesi, che proprio stamattina mi ha annunciato che ora sono ufficialmente uno studente di Medicina. Il mio ringraziamento va tutto a loro». L’allegria non riesce a nascondere la commozione di un ragazzo appena ventenne che ha coronato il proprio sogno, dopo anni di studio e di sacrifici.  «Scusate l’emozione… è che non riesco ancora a crederci…».

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