La recente sentenza del Consiglio di Stato apre nuovi scenari per i ricorrenti
A pochi mesi dai test di accesso alle facoltà universitarie, torna alla ribalta il problema del “numero chiuso”. Nei giorni scorsi, infatti, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di due studentesse escluse nel 2008 dai test di Medicina all’Università di Messina, successivamente dichiarati invalidi per irregolarità.
Si tratta di una decisione che apre nuovi e interessanti orizzonti per gli aspiranti medici: si profila, infatti, la possibilità non solo di essere riammessi alla facoltà, ma anche di ottenere un risarcimento economico per il ritardato ingresso nel mondo del lavoro. Nel caso specifico, le studentesse sono state risarcite con 10mila euro ciascuna. Sanità Informazione ha raccolto a tale proposito il parere dell’avvocato Sara Saurini, responsabile dell’area legale presso Consulcesi, la più importante realtà a tutela del mondo medico e che, nella sua ventennale esperienza, ha già dimostrato di poter vincere anche le sfide più difficili.
I test d’ingresso alle facoltà universitarie continuano ad agitare i sonni dei ragazzi, ma di recente molti di loro hanno ottenuto importanti sentenze. Di cosa si tratta?
Il Consiglio di Stato ha dato ragione ad alcuni ricorrenti che avevano sostenuto l’illegittima esclusione dai test, ma la novità consiste nella condanna dello Stato al risarcimento del danno. Questo evidenzia la necessità di cambiare i criteri d’accesso: lo Stato e le Università non sono in grado di garantire l’adeguatezza del sistema, né la correttezza del criterio di selezione. E’ opportuno che chi sia escluso ai test proceda con una causa, ma è altrettanto opportuna una revisione della normativa di accesso alle facoltà a numero programmato.
Le istituzioni devono occuparsi di questa problematica, ma intanto i ragazzi cosa possono fare?
Possono ricorrere al TAR per chiedere la possibilità di accedere alla facoltà, ed anche il risarcimento del danno derivante dalla perdita di chance, dal mancato o comunque ritardato accesso al mondo del lavoro. Ma il risarcimento graverà sulle casse dello Stato, ed è per questo che bisogna trovare una soluzione legislativa che modifichi questo sistema.
Per informazioni è a disposizione il numero verde 800.122.777 ed il sito www.numerochiuso.info .