Dopo le pronunce del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato anche un’interrogazione parlamentare del M5S. Si va verso lo scorrimento dei candidati che avevano fatto ricorso dopo l’esclusione nei test del 2015. Ma il problema potrebbe ripresentarsi anche quest’anno
Nuovi spiragli per gli studenti esclusi nei test d’ingresso della facoltà di Medicina e Chirurgia. Nelle ultime ore sta infatti prendendo piede l’ipotesi di una riapertura delle graduatorie relative all’anno accademico 2015/2016. La prova in questione era stata caratterizzata da numerose irregolarità e una conseguente ondata di ricorsi che ha già portato il Tar del Lazio ad emanare sentenze favorevoli ai ricorrenti e, inoltre, ad una ordinanza del Consiglio di Stato in cui si riconosce una “disfunzione” nell’operato della macchina amministrativa. Sulla base, quindi, di queste pronunce, dopo mesi di stallo, dal Ministero della Pubblica Istruzione è trapelata la notizia di una possibile riapertura della graduatoria 2015. Una decisione che permetterebbe a numerosi candidati che hanno presentato ricorso di potersi immatricolare a Medicina e Chirurgia.
La riapertura delle liste di scorrimento era stata, ad ogni modo, oltre che da sindacati e pool di legali, anche dal Movimento Cinque Stelle attraverso un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini. «La riapertura delle graduatorie per l’accesso ai corsi di laurea in Medicina dovrebbe essere una priorità per il Miur eppure, nonostante le recenti sentenze del Consiglio di Stato e del Tribunale Regionale, tutto tace», ha dichiarato Francesco D’Uva, deputato M5S. Il pentastellato già a febbraio dello scorso anno, aveva posto l’accento sulla chiusura della graduatoria attraverso un’analoga interrogazione che denunciava come tale decisione «disponeva, altresì, la perdita di tutti i posti eventualmente non coperti».
Il problema rilevato nel 2015 e negli anni precedenti, è peraltro destinato a ripresentarsi anche quest’anno. Difatti il decreto ministeriale sulle modalità di accesso alle facoltà a numero chiuso nell’articolo 10 specifica che: «Gli eventuali posti che alla data della chiusura delle graduatorie dovessero risultare non coperti anche a seguito di rinunce successive all’immatricolazione non vengono riassegnati». Questa nozione, finora irremovibile, provoca un’ulteriore riduzione dei posti destinati agli aspiranti medici che dunque, vedono inevitabilmente calare le loro possibilità di successo. Una correzione alla norma è richiesta a gran voce da tanti studenti che, in molti casi, sono stati costretti ad agire per vie legali onde ribadire i loro diritti e denunciare graduatorie frutto di una prova d’accesso alterata da inesattezze e anomalie.