Si rischia una sovrapposizione di competenze. Palermo (Anaao Assomed): “Si all’accordo, ma con limiti precisi”.
Giro di vite per le nuove competenze infermieristiche, grazie alla Federazione Nazionale degli OMCeO che prende in mano le redini del gioco. Il presidente FnOMCeO, il senatore Amedeo Bianco, ha infatti convocato tutti i sindacati dell’Ordine per imprimere un’accelerata all’iter legislativo della bozza di accordo, approvata dalla Conferenza Stato-Regioni, che definisce le competenze del personale medico e infermieristico.
Nella fattispecie, il documento contiene indicazioni specifiche sulle mansioni, tradizionalmente appannaggio del personale medico, che da oggi in poi potranno essere svolte anche dagli infermieri. I parametri da cui prende le mosse ed insieme gli obiettivi a cui mira sono il miglioramento della presa in carico del paziente, la continuità assistenziale tra struttura e territorio, la gestione dei bisogni assistenziali, sanitari e socio-sanitari delle persone, delle famiglie e della comunità assistita.
Secondo Carlo Palermo, coordinatore dei segretari regionali Anaao Assomed, la scelta della Stato-Regioni per l’evoluzione della professione infermieristica è discutibile dal punto di vista giuridico. “Nessuno vuole negare la crescita ai colleghi – spiega Palermo – purché questa avvenga in un percorso chiaro e definito, che ribadisca l’autonomia del medico su diagnosi e terapie come sancito dalla Corte Costituzionale”. L’ambito che desta maggiore preoccupazione è proprio quello della responsabilità. Una sovrapposizione di competenze, infatti, comporterebbe un accavallamento delle mansioni de facto, senza però trovare riscontro sotto il profilo giuridico, dal momento che responsabile, di fronte alla legge, rimane comunque chi guida il reparto, e quindi un medico.
E intanto, un sondaggio Ipasvi rivela come la categoria infermieristica sia stressata “dal mancato riconoscimento professionale oltre che dal carico di lavoro e dalla situazione di precarietà, mentre uno dei fattori che crea meno problemi è proprio il rapporto e l’interazione con gli assistiti”. In questo scenario è nata l’associazione Infermieri 2.0, che risponde all’esigenza di monitorare i nuovi bisogni della professione e trovare per essa le soluzioni migliori, più specifiche ed innovative, alle condizioni più vantaggiose. La crescente attenzione da parte del legislatore per lo sviluppo della professione di infermiere e le implementazioni sulla formazione – che dovrà essere più mirata e specializzata – si accompagnano necessariamente ad una esigenza di riconoscimento, morale ma anche economico, dei maggiori oneri e del più elevato profilo professionale ormai richiesti per esercitare.