Spetta ora al TAR la decisione sull’applicazione del testo
Giunti al momento di approvare in via definitiva il nuovo Codice Deontologico medico, alcuni OMCeO avevano non solo votato contro, ma anche minacciato il ricorso al TAR affinché il nuovo testo non trovasse applicazione.
Alle parole sono seguiti, a distanza di qualche mese, i fatti. Gli Ordini dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Milano e Bologna hanno infatti presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, e altri due Ordini – quelli di Ferrara e Potenza – si accingono a farlo.
Un gesto così estremo si è reso necessario dopo aver preso coscienza del fatto che non applicare il nuovo testo in favore di quello precedente (datato 2006), così come ipotizzato dal presidente OMCeO di Milano, Roberto Carlo Rossi, sarebbe stato impossibile: “Il comitato centrale della FNOMCeO – spiega Giancarlo Pizza, presidente dell’ OMCeO di Bologna – ha diramato, pochi giorni dopo l’approvazione del testo avvenuta a Torino, una nota di indirizzo e coordinamento valida per tutti gli Ordini. Ora, disapplicare questo tipo di direttiva è problematico. Per questo non abbiamo potuto far altro che impugnare l’atto”.
La patata bollente passa ora ai giudici amministrativi, che si ritrovano a dover stabilire se l’intero Codice Deontologico vada applicato oppure no, perché l’impugnazione non è stata attuata per singoli articoli, ma per tutto il testo: “Da un lato – spiega ancora Pizza – nel documento è presente una disposizione che obbliga i vari ordini di adottare il codice nella sua totalità, dall’altro tutto il testo contiene elementi oscuri e farraginosi. Non potevamo fare altro”.