Secondo un recente sondaggio per l’85% dei professionisti il prodotto ideale è senza canone e costi di attivazione e con il device gratuito
Come si stanno preparando i camici bianchi italiani all’arrivo del giorno, oramai imminente, a partire dal quale dovranno cominciare obbligatoriamente ad accettare, nel caso in cui i clienti dovessero richiederlo, pagamenti con carte di credito o bancomat superiori a 30 euro.
Un recente sondaggio traccia un quadro piuttosto chiaro di come i professionisti italiani che operano nel campo della sanità si stanno avvicinando al trenta giugno.
Il primo dato che salta all’occhio è che i medici italiani, ad un mese dall’entrata in vigore dell’obbligo, hanno sì ben presente qual è il quadro relativo alle nuove disposizioni (il 72,7 per cento degli intervistati, contro il 22,8 che non ha ancora un’idea ben precisa in merito e il 4,3 che non risponde), ma molti di loro non hanno ancora valutato tutte le soluzioni che il mercato offre al momento per affrontare il nuovo impegno al meglio (il 66,2 per cento contro il 30,2 che invece si è informato e il 3,4 che non risponde).
Al di là delle tempistiche adottate, comunque, appare evidente che, trattandosi di una legge, tutti dovranno adeguarsi nonostante i malumori, i dubbi e le incertezze su obbligo, onere ed eventuali sanzioni per chi non dovesse mettersi in regola. Per farlo al meglio i professionisti devono dunque valutare le varie offerte provenienti da tutte le realtà che si apprestano a gestire il servizio e scegliere quella che offre servizi migliori. Tra questi c’è anche la possibilità di dotarsi di dispositivo POS mobile, attraverso cui effettuare transazioni in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Si tratta di uno strumento ideale, considerato il sempre più massiccio uso che i professionisti sanitari fanno di smartphone e tablet.
In quest’ottica, si evincono i punti che stanno più a cuore ai camici bianchi. Il costo dello strumento, ad esempio, attraverso cui effettuare le transazioni risulta determinante, nella scelta di utilizzo del POS mobile, per il 60,7 per cento dei medici, mentre non lo è per il 16,6. Sulla stessa scia, per il 65,1 per cento dei camici bianchi intervistati fondamentale risulta, in questo tipo di scelta, l’ammontare dei costi di attivazione, mentre il 15,3 per cento non dà importanza a questo aspetto. Ancora più netto il dato relativo agli eventuali canoni mensili o annuali legati all’utilizzo del device: il 72,7 per cento prenderà (o ha già preso) questo parametro in grande considerazione nella scelta di dotarsi o meno di un POS mobile, mentre il 10,1 si dichiara di avviso contrario. Il 76,6 per cento dei professionisti interpellati considera poi importantissimo l’ammontare della percentuale della commissione sulle transazioni, mentre il 10,1 per cento lo considera un fattore non determinante.
Il dato più importante emerge però nel momento in cui i medici rispondono a questa domanda: “Ritiene che un prodotto senza costi di attivazione né canone mensile con un device gratuito possa rappresentare la soluzione?” La risposta è, nell’84,9 per cento dei casi, affermativa, mentre il 4,8 per cento degli intervistati risponde di no. È chiaro dunque che il problema fondamentale che si lega a questo obbligo è quello dei costi connessi. I professionisti vogliono mettersi in regola con la legge ma per farlo si orientano verso strumenti che propongono un buon servizio a costi il più possibile bassi.