Lavoro e Professioni 9 Giugno 2014 15:21

Obbligo di Pos sempre più vicino, professionisti ancora sul piede di guerra

Contestano una mancata politica di diffusione della moneta elettronica e sollevano critiche per i costi da affrontare
Obbligo di Pos sempre più vicino, professionisti ancora sul piede di guerra

Il conto alla rovescia è già partito. Mancano poco meno di tre settimane all’obbligo, per tutti i professionisti, di accettare pagamenti attraverso Pos.

La legge numero 15 del 27 febbraio 2014 prevede che entro il 30 giugno ci si adegui, attrezzandosi, per poter consentire pagamenti attraverso bancomat o carte di credito. Anche in campo medico si guarda con diffidenza, e senza nascondere preoccupazioni e critiche, ad una novità destinata a lasciare il segno.

Alla base delle contestazioni ci sono principalmente tre aspetti. In primis una non adeguata politica di diffusione della moneta virtuale, poi, legati uno all’altro, la difficile congiuntura economica che sta attraversando il Paese ed i costi che si dovranno sostenere per essere in regola. Da una parte, dunque, un problema di mentalità di un Paese che guarda alle innovazioni con forte interesse ma non è ancora completamente pronto al grande salto; dall’altra le difficoltà di una categoria – quella dei professionisti – particolarmente segnata dalla crisi. Anche i redditi dei medici ne hanno risentito e continuano a subirne le conseguenze, non tanto per quel che concerne i luminari, ma soprattutto per lo zoccolo duro di una categoria sempre meno ricca.

L’obbligo di Pos, però, consentirà di avere una corretta tracciabilità dei flussi contribuendo alla lotta all’evasione. Non ci sono, dunque, solo lati negativi. La chiave di volta è, allora, avere gli strumenti giusti, possibilmente anche a costi contenuti, per potersi allineare a quanto previsto dalla legge.  Secondo le prime stime si è calcolato che su un incasso di mille euro se ne perdono fino a 170 tra canone, commissioni e costo chiamata. I Comitati dei professionisti si stanno mobilitando chiedendo una correzione della normativa, differenziando le commissioni in base al numero di fatture emesse  durante l’anno e dal tipo di clientela.  La soluzione potrebbe essere, comunque, a portata di mano o meglio a portata di App, sfruttando la dilagante diffusione di device mobili e le grandi potenzialità delle applicazioni: semplici da usare ed estremamente efficaci e funzionali.

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