“Sei vicino alla morte. Rip”. Queste le parole scritte con della vernice rossa spray trovate davanti alla porta dello studio del primario di Oculistica dell’ospedale Umberto I di Siracusa, il dottor Paolo Caruso. Il muro e la porta dello studio del medico, imbrattati come in un film dell’orrore, oltre alle minacce di morte erano decorate […]
“Sei vicino alla morte. Rip”. Queste le parole scritte con della vernice rossa spray trovate davanti alla porta dello studio del primario di Oculistica dell’ospedale Umberto I di Siracusa, il dottor Paolo Caruso. Il muro e la porta dello studio del medico, imbrattati come in un film dell’orrore, oltre alle minacce di morte erano decorate con una svastica e una falce e martello. La Scientifica e la Digos di Siracusa sono a caccia del responsabile. Ma qualora venisse scoperto l’autore del misfatto, cosa gli accadrà?
«Le norme ci sono, ma il vuoto applicativo è palese, nonostante le continue sollecitazioni alle istituzioni che non abbiamo mai smesso di fare, evidenziando ogni singolo episodio di violenza che da Nord a Sud del Paese lacera la professione medica», dichiara Luciano Cifaldi, segretario generale della Cisl Medici Lazio.
«In caso di aggressione – aggiunge – garantiamo ai nostri iscritti la nostra tutela legale, e siamo pronti a tentare di costituirci come parte civile. Vogliamo dimostrare la concreta vicinanza del nostro sindacato ad ogni collega umiliato e malmenato. Come Cisl Medici Lazio ci battiamo da anni perché vengano applicate misure adeguate contro chi tocca o minaccia un medico o un operatore sanitario: perché serva da deterrente, per andare avanti, per continuare una missione di per sé difficile ed oggi complicata dalla attuale situazione sociale».