In occasione del 99° Congresso nazionale della Società Oftalmologica Italiana, il presidente Matteo Piovella lancia l’allarme: «Siamo tra i più bravi al mondo, ma senza maggiori risorse e migliore organizzazione potremmo non essere più in grado di garantire le cure migliori per salvare la vista degli italiani»
La società scientifica di specialità più antica d’Italia compie 150 anni e apre i battenti del 99° Congresso nazionale. Parliamo della Società Oftalmologica Italiana (SOI) che, tramite le parole del presidente Matteo Piovella, coglie la doppia occasione per ripercorrere questo secolo e mezzo «a salvaguardia della vista».
«Si tratta di un primato antico, virtuoso e incomparabile. Da 150 anni siamo il punto di riferimento per tutti i 7mila medici oculisti che, ogni anno, salvano la vista a 1.300.000 persone. Oggi siamo tra i Paesi più all’avanguardia del mondo, secondi solo a Stati Uniti e Giappone, ma iniziamo a far fatica a rispondere alle richieste sempre maggiori che vengono dai nostri pazienti, mantenendo quel livello qualitativo che ci contraddistingue».
Il presidente Piovella, nel corso della conferenza stampa di presentazione del congresso, ha infatti evidenziato il cambiamento che l’oftalmologia ha subìto negli ultimi anni: «L’innovazione e la tecnologia rappresentano una vera rivoluzione, ma comportano un aumento di costi cui difficilmente riusciamo a far fronte. Io ricordo che, quando ho iniziato a lavorare, per un anno di interventi della cataratta servivano solo quattro strumenti che compravamo negli Stati Uniti a 20 dollari l’uno, ma i risultati erano scarsi o addirittura quasi nulli in termini di efficacia. Poi sono arrivate nuove strumentazioni e tecnologie che ci consentono di operare 650mila pazienti con un margine di sicurezza adeguato e di restituire una capacità visiva di alta qualità. I costi, però, sono ovviamente aumentati. 20 anni fa il rimborso DRG per un intervento della cataratta è arrivato a 2mila euro. Man mano, tuttavia, i finanziamenti sono diminuiti e, oggi, il rimborso per la cataratta è di 700 euro».
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«Viviamo il paradosso – continua Piovella – di poter ottenere risultati indiscutibili ma di cui può usufruire solo un limitatissimo numero di pazienti, perché per motivi organizzativi e carenze di budget il sistema sanitario italiano prevede un rimborso non sufficiente a sostenere il continuo aggiornamento organizzativo e medico chirurgico. Questo ci mette in grande difficoltà, perché eticamente e professionalmente siamo chiamati a garantire le migliori cure a tutti, ma non abbiamo la possibilità di poterle applicare nel Sistema sanitario nazionale. E dobbiamo magari dire ai nostri pazienti che le nuove lenti intraoculari capaci di miglioramenti straordinari della vista sono utilizzabili solo in alcune realtà del settore privato, a pagamento».
«Noi non chiediamo più risorse, ma più organizzazione e più attenzione alle nostre indicazioni – prosegue il presidente SOI -. L’Italia è tra gli ultimi Paesi con un Sistema sanitario che offre tutto gratuitamente, e sa bene quanto sia necessario aggiornare il sistema. Magari si potrebbe chiedere un contributo maggiore a chi può permetterselo, ma ad ogni modo bisogna sedersi intorno ad un tavolo e trovare la soluzione più idonea al servizio delle persone».
Piovella precisa infine che «non spetta ai medici o alle società scientifiche trovare le soluzioni, ma noi dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter salvare la vista a chiunque ne abbia necessità. Altrimenti è come avere una Ferrari ferma ai box perché ha le ruote sgonfie».