Fiore (AIOrAO): «Auspichiamo l’istituzione di un corso di laurea magistrale professionalizzante e speriamo di poter tornare presto nelle piazze italiane, a contatto diretto con i cittadini per sensibilizzarli sui problemi della vista»
#LoveYourEyes è lo slogan che, in tutto il mondo, accompagnerà il World Sight Day, la giornata mondiale della Vista. «Prevenzione è la parola d’ordine dell’edizione 2021, così come lo è stata per quelle passate e lo sarà in futuro», assicura Daniela Fiore, presidente AIOrAO, l’Associazione Italiana Ortottisti Assistenti in Oftalmologia. La ricorrenza, che cade il secondo giovedì di ottobre di ogni anno (per il 2021 sarà il 14 ottobre) ha lo scopo di sensibilizzare e focalizzare l’attenzione sulla cecità e sui problemi della vista. Nel mondo quasi tutti sperimenteranno almeno un problema di salute degli occhi nell’arco della loro vita, ma più di un miliardo di persone non ha accesso ai servizi di cura.
«Gli ortottisti – aggiunge Fiore – si occupano sia di prevenzione di primo livello, promuovendo un’informazione precisa e puntuale sulle diverse patologie oculari, sia di secondo livello, contribuendo a garantire il miglior risultato dei trattamenti già in corso». Prevenire consente anche di sfruttare al meglio le risorse pubbliche: «È dimostrato che la prevenzione gravi sul Ssn meno della cura di patologie diagnosticate tardivamente», dice la professionista.
L’ortottista si prende cura di un individuo dalla nascita alla terza età: «Valutiamo i neonati – spiega la presidente AIOrAO -, insegniamo alle mamme come riconoscere eventuali segni prodromici di patologie, informiamo la popolazione adulta sui rischi della maculopatia, verifichiamo che anche i più anziani controllino la propria vista. Prendersi cura dei propri occhi significa migliorare il benessere individuale complessivo».
Anche la figura dell’ortottista, come quella di altri professionisti sanitari, grazie agli investimenti previsti dal PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), dovrebbe aumentare la sua presenza all’interno del Ssn. «Già dal 2019 – racconta Fiore -, attraverso la “Maratona patto per la salute” è stata ribadita l’importanza dell’ortottista e di altre professioni sanitarie per lo smaltimento delle liste di attesa, ma questi nuovi investimenti potranno senz’altro rafforzare e consolidare il nostro operato».
Un’evoluzione professionale continua, di ruoli e competenze, che rende necessario anche un adeguamento del percorso formativo. «La formazione degli ortottisti è universitaria fin dal principio – sottolinea Fiore -, ma una laurea di soli tre anni non sembra essere più sufficiente, né per la nostra categoria, né per quella di molti altri professionisti sanitari. Per questo – aggiunge la presidente – auspichiamo l’istituzione di un corso di laurea magistrale professionalizzante. Attualmente i professionisti afferenti all’aera della riabilitazione hanno a disposizione una sola tipologia di laurea magistrale che offre una preparazione prettamente manageriale».
Nonostante le restrizioni imposte dal Covid, l’ortottista è una figura sempre più conosciuta e riconosciuta. «La nostra opera di sensibilizzazione – aggiunge Fiore – ha subito una battuta di arresto che speriamo possa terminare quanto prima, così da poter continuare a promuovere la prevenzione, non soltanto con webinar e iniziative online, ma in tutte le piazze d’Italia, attraverso un contatto diretto con i cittadini».
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