La patologia delle apnee notturne rappresenta un grande problema socio-sanitario. In Italia sono più di due milioni gli italiani affetti dal disturbo del sonno che ha un peso non indifferente sul Sistema Sanitario Nazionale
Sindrome da apnee notturne, da quanto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto 3 febbraio 2016 del ministero della Salute, relativo alle regole da seguire per l’accertamento dell’idoneità alla guida per persone affette da OSAS, questa patologia è stata messa all’attenzione dell’opinione pubblica e soprattutto dei medici. Sono più di due milioni di italiane a soffrirne, con un’incidenza del 49,7% tra gli uomini e del 23,4% tra le donne, stando ai dati contenuti nel documento “La Sindrome delle Apnee Ostruttive nel sonno”, approvato quest’anno in conferenza Stato-Regioni. Il problema delle apnee notturne, se non diagnosticato e curato in maniera appropriata, può portare al progressivo aggravarsi di alcuni malori come ipertensione, ictus, infarto, sindrome depressiva, asma, disturbi cognitivi e dell’umore, che possono anche assumere entità importanti. Nonostante la gravità del problema e gli studi fatti intorno alla patologia, non è ancora del tutto allineata l’offerta di assistenza sanitaria della popolazione affetta da disturbi del sonno e l’offerta diagnostica e terapeutica offerta.
A questo proposito ai microfoni di Sanità Informazione ascoltiamo Sergio Terranova specialista in Odontostomatologia Ortognatodonzia.
Si discute sempre con più insistenza di Osas, ci sono oltre 2 milioni di italiani che ne soffrono e anche i medici devono essere correttamente formati e informati sul tema. Che ne pensa?
«OSAS è una patologia che oggi rappresenta una epidemia sommersa. Dalle diagnosi solo una piccola parte della popolazione risulta affetta dal problema e soltanto un 10% di medici generici conosce in maniera approfondita la malattia. La patologia costa al Sistema Sanitario Nazionale circa 3 miliardi tra spese diagnostiche e soprattutto tra patologie associate a questo tipo di quadro sintomatico. Inoltre i disturbi del sonno sono strettamente connessi anche al problema sociale di incidenti automobilistici. Mi sembra evidente la necessità di fare più sforzi per potere diffondere l’entità del malessere ovviamente il messaggio è indirizzato soprattutto ai medici di famiglia».
Oltre a far emergere il problema è anche importante trovare il sistema più efficace per trattarlo. Qual è la soluzione?
«Le terapie sono molteplici: dalle terapie chirurgiche alle terapie non chirurgiche per esempio di tipo meccanico. Oggi per i casi gravi il gold standard europeo è rappresentato dal CPAP, (Continuous Positive Airway Pressure) un ventilatore meccanico, purtroppo non tollerato da tutti i pazienti. Quindi sono possibili anche altre terapie, che rappresentano sicuramente un buon presidio terapeutico per tutti i casi almeno lievi e moderati».
Riguardo gli sviluppi secondo lei quali i limiti da superare della ricerca?
«Adesso un buon filone di ricerca sta su delle terapie di neuro-stimolazione, ma i costi purtroppo sono proibitivi. Siamo ancora in una fase sperimentale ma in un futuro prossimo sembra che questo tipo di terapia possa avere degli ottimi e auspicabili risultati. In futuro bisognerà creare sicuramente dei presidi e dei centri di assistenza specifica perlomeno convenzionata per permettere alla popolazione di avvicinarsi a questo tipo di terapia».
Per saperne di più leggi anche Un allarme sociale chiamato OSAS. Apnee del sonno, medici tenuti a segnalazione per rinnovo patente
Nei prossimi numeri di Sanità Informazione saranno presenti ulteriori approfondimenti sulla patologia OSAS.
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