Le Apnee Notturne sono un’emergenza sociale che può essere risolta con una prevenzione accurata. Giancarlo Marano della Direzione Generale Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute: «Le conseguenze della malattia sono l’aggravarsi di patologie già esistenti e il ritiro della patente di guida»
La patologia delle Apnee Notturne è sempre più diffusa fra la popolazione e rappresenta oltre che un allarme sociale, anche una sfida impegnativa per i medici sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. Sul tema interviene Giancarlo Marano della Direzione Generale Prevenzione Sanitaria, del Ministero della Salute.
Il problema delle Apnee ostruttive ha una grandissima rilevanza sociale, il Sistema Sanitario Nazionale come gestisce l’aspetto diagnostico e terapeutico della patologia?
«Osas non ha solo una grande rilevanza sociale, ma anche una estremo rilievo economico. I costi della mancata prevenzione sono stimati nell’ordine di 2,9 miliardi. Di questi il 55% sono costi diretti, spese sanitarie, legate sia al trattamento della patologia, sia alla cura delle comorbilità (la presenza di patologie diverse nello stesso individuo) che si associano frequentemente a questa malattia. Tra i costi economici conseguenti a Osas rientra anche una decisiva percentuale rappresentata dagli incidenti stradali (il 24%). Inoltre, almeno un altro 12% dei costi è legato alla ridotta produttività di questi soggetti che purtroppo durante il corso della giornata soffrono di sonnolenza e quindi, da un punto di vista lavorativo, sicuramente hanno un calo in quelle che sono le loro performance per un danno stimato attorno al 9%. Quindi il problema ha una estrema rilevanza sia sotto il profilo sanitario che dal punto di vista economico e sociale».
Allo stato attuale quante persone sono affette da queste patologia e qual è la posizione del Governo sul problema? Sappiamo che recentemente è stata approvata una direttiva comunitaria che riguarda proprio l’aspetto della circolazione stradale.
«L’aspetto della circolazione stradale è stata occasione per puntare i riflettori su questa patologia, perché il Ministero della Salute oltre ad aver prodotto, in collaborazione con il Ministero dei Trasporti, il decreto di recepimento della direttiva, ha prodotto anche degli atti di indirizzo e di guida per i medici monocratici per individuare soggetti con Osas. Inoltre il Ministero ha elaborato un documento estremamente importante relativo a Osas che è stato oggetto di intesa in Conferenza Stato-Regioni dove viene fotografato sia l’impatto economico sociale sia l’impatto sanitario e vengono ipotizzati dei criteri per affrontare e risolvere il problema con una visione innovativa. Questa nuova visione s’intreccia a una patologia neurologica e ad altre problematiche specialistiche da tenere sotto controllo perché c’è una effettiva possibilità che subentrino nel soggetto che soffre di Osas».
Rispetto al tema patente di guida, come deve comportarsi un medico quando ha di fronte un paziente che soffre di Osas?
«Un medico deve applicare i criteri diagnostici sia di tipo clinico-anamnestico, sia di tipo obiettivo. La prima domanda da fare al paziente è se durante il riposo notturno soffre di russamento. Poi, nel corso della visita, il medico deve fare attenzione a quelle che sono le caratteristiche fisiche del soggetto: alterazione della mandibola, collo grosso, situazioni di obesità o di patologie che possono essere associate a Osas. Ricordo, per esempio, che noi abbiamo una prevalenza dell’87% di soggetti malati di diabete di tipo secondo che contemporaneamente soffrono anche di Osas. Dunque il sospetto clinico può nascere da queste informazioni che possono essere tratte sia da un punto di vista clinico che da un punto di vista anamnesico. Inoltre è disponibile per i medici uno specifico questionario che aiuta a valutare il grado e la pericolosità della sonnolenza del paziente. Se il livello della sonnolenza è lieve, il medico può prevenire l’aggravarsi del sintomo informando ovviamente il soggetto. Laddove invece il test depone per un livello di sonnolenza medio-grave/elevata, allora il professionista ha l’obbligo di sospendere il giudizio e inviare in commissione medica il resoconto che verrà valutato in sede di commissione».