Al Congresso ROI 2022 a Napoli il punto su percorsi accademici e tirocini formativi, equipollenze ed inserimento nei LEA
Osteopatia? Sì grazie. Sono sempre più gli italiani che si rivolgono alle cure di un osteopata per la risoluzione o il trattamento di problemi di salute cronici o acuti, anche consigliati dal proprio medico nell’ambito di un percorso integrato e multidisciplinare. Per 8 italiani su 10, inoltre, è prioritario che la professione di Osteopata venga definitivamente regolamentata anche attraverso un percorso formativo certificato, e che i trattamenti osteopatici rientrino all’interno dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). I dati, emersi da una recente survey condotta da Quorum/Youtrend, sono stati presentati nei giorni scorsi a Napoli durante il Congresso ROI 2022.
Dati che se da un lato evidenziano una percezione profondamente positiva da parte dell’opinione pubblica nei confronti della figura e dell’operato dell’Osteopata, dall’altro si collocano in un momento storico di incertezza, in attesa di una svolta, per la categoria. Gli osteopati, infatti, sono attualmente in standby per quanto riguarda l’approvazione e la messa a punto di un percorso formativo universitario nell’ambito dei corsi di laurea delle Professioni Sanitarie. Proprio il Congresso ROI nel capoluogo partenopeo, in particolare la Tavola Rotonda dedicata, è stata l’occasione per ricordare e sollecitare le istanze relative alla definizione dell’ordinamento didattico in osteopatia per poi passare ad affrontare il tema delle equipollenze e dei tirocini formativi, con l’obiettivo di attuare questi ultimi tasselli entro il 2022.
«Sappiamo che anche da parte dei cittadini c’è la volontà che la professione di Osteopata sia riconosciuta e certificata con un percorso universitario ad hoc – afferma alle nostre telecamere Paola Sciomachen, Presidente ROI – e da parte nostra c’è l’esigenza che questa venga regolamentata sulla base delle nostre reali caratteristiche professionali e competenze. Ci sono sicuramente alcune criticità ancora da superare, una fra tutte il poter far sì che siano effettivamente gli Osteopati a fare formazione nelle materie caratterizzanti. Un altro punto riguarda il tirocinio clinico, per noi fondamentale: si dovranno trovare le strutture, tra quelle già esistenti e attive sul territorio, in cui sarà possibile svolgere i tirocini. L’ultimo asset – sottolinea Sciomachen – riguarda le tempistiche: stiamo aspettando da più di quattro la conclusione dell’iter legislativo, siamo quindi in una situazione di grande precarietà. Chiediamo che il MIUR lavori il più velocemente possibile per poi passare alla fase finale delle equipollenze e dell’Albo professionale, necessari per essere completamente riconosciuti. Riteniamo tutto questo un atto dovuto non solo alla nostra categoria, ma anche nei confronti dei cittadini che lo chiedono a gran voce».
Anche l’inserimento dei trattamenti osteopatici nei Lea è un tema molto sentito dai pazienti: «Ad oggi sono prestazioni totalmente private osserva la presidente ROI – anche perché appunto non è stata ancora riconosciuta la professione non sono neanche rimborsabili in nessun modo. Eppure, tanti italiani continuano a rivolgersi alle nostre cure, nonostante un disagio economico profondo generalizzato. Sicuramente tra gli obiettivi del prossimo futuro – conclude – l’inserimento nei Lea sarà prioritario».
«L’approvazione di un percorso accademico specifico è solo il primo tassello – osserva la senatrice Paola Binetti – per un pieno riconoscimento dell’identità professionale degli osteopati. Un’identità che passa per una precisa definizione di ciò che l’osteopata è, ma anche di ciò che non è. Fattori sui cui c’è ancora da lavorare a livello di informazione, anche istituzionale. È assolutamente necessario – sottolinea – affrettare i tempi dell’iter legislativo, per non rischiare di rimanere al palo».
«Siamo all’ultimo miglio di un percorso – afferma infine Teresa Calandra, presidente FNO TSRM e PSTRP – ed è fondamentale che questi ultimi passaggi vengano condotti bene. Uno dei principali obiettivi sarà far sì che gli Osteopati ad oggi già formati, con il loro bagaglio di conoscenze ed esperienze, entrino a far parte del corpo docenti di questi percorsi di laurea – conclude affinchè gli insegnamenti caratterizzanti rispondano alla reale esigenza formativa degli osteopati del futuro».
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