Il ROI, l’Associazione di categoria con circa 3mila iscritti ha elaborato con il coordinamento della Società di Pedagogia Medica, una Proposta di “core competence” nel percorso di riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria
Lo scorso 22 dicembre, il Senato ha definitivamente approvato il Ddl Lorenzin che identifica la professione sanitaria di osteopatia. La legge prevede che entro i prossimi sei mesi vengano definite le competenze, il percorso formativo e le equipollenze per l’esercizio della professione sanitaria di osteopatia.
Il ROI, l’Associazione di categoria più rappresentativa in Italia con circa 3mila iscritti, a supporto del processo di individuazione delle competenze, ha elaborato con il coordinamento della Società di Pedagogia Medica, una Proposta di “core competence” dell’osteopatia. La metodologia è la stessa utilizzata per classificare le competenze di infermieri, fisioterapisti e dietisti italiani. La Proposta ROI di Core Competence” in Osteopatia si inserisce nel percorso di riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria. L’art. 7 del Ddl Lorenzin, approvato definitivamente da Senato lo scorso 22 dicembre, prevede che nei prossimi sei mesi vengano definite le competenze, il percorso formativo e le equipollenze per l’esercizio della professione di osteopata.
«Con questo documento sulle competenze vogliamo essere propositivi, stimolare il dialogo con le Istituzioni nel percorso di riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria ed essere un interlocutore serio ed affidabile per la definizione del ruolo dell’osteopata nel contesto delle professioni sanitarie in Italia» ha commentato la Presidente del ROI Paola Sciomachen.
Da marzo a ottobre 2017 un gruppo di lavoro composto da otto osteopati con una comprovata esperienza nella pratica clinica, nella formazione e nella ricerca scientifica e da due esperti della Società di Pedagogia Medica (SIPeM), ha individuato le funzioni e le attività che caratterizzano la professione di osteopata. La metodologia scelta per determinare le competenze dell’osteopata e inquadrarle nel sistema sanitario italiano è il modello di Gilbert, uno schema di progettazione top-down che individua prima le funzioni del professionista in risposta ai bisogni prioritari di salute e poi le declina in specifiche attività.
Prima della stesura del Core Competence dell’Osteopata il gruppo di lavoro ha analizzato i modelli di riferimento utilizzati nei Paesi in cui l’osteopatia è già regolamentata. La metodologia utilizzata, il modello di Gilbert, presentato nella Guida Pedagogica per il personale sanitario dell’OMS, è quella già utilizzata per la definizione delle core competence di infermieri, fisioterapisti, educatori professionali e dietisti italiani. La proposta è stata condivisa con la comunità di partica e gli esperti di formazione attraverso una web-based opinion survey.
«L’osteopatia è una professione radicata e apprezzata in Italia. La nostra missione è sempre stata quella di garantire la qualità dei professionisti iscritti – prosegue la Presidente -. E anche il lavoro sulle core competence osteopatiche va in questa direzione. Oggi è più che mai attuale definire le competenze dell’osteopata, perché siamo passati alla fase attuativa della legge per il riconoscimento della professione. Farlo ci ha permesso di evidenziare le attività distintive e caratterizzanti della professione di osteopata, e di inserire l’osteopatia nel contesto sanitario italiano, con l’individuazione di uno spazio proprio che non si sovrappone a quello delle altre professioni sanitarie, ma che risponde ai bisogni del malato fragile e delle sue esigenze di cura complesse, attraverso una gestione condivisa fra tutti i professionisti della salute. Un lavoro impegnativo, che ci auguriamo possa essere un valido supporto nel processo di regolamentazione della nostra professione in Italia».