La Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica ha avviato una collaborazione con l’Agenas nell’ambito del “Progetto sulla definizione di una metodologia per la determinazione del fabbisogno del personale sanitario”. La presidente FNOPO: «Abbiamo offerto il nostro contributo per illustrare le peculiarità e le problematiche della nostra professione»
Che ci sia carenza di personale medico e sanitario è, ormai, un dato di fatto. Che le Istituzioni si stiano impegnando, in primis attraverso il PNRR, a colmare tale carenza, è un ulteriore dato di fatto. Ma ciò che resta ancora da chiarire è in quali luoghi di cura andrà ad operare il nuovo personale assunto. Per questo, l’Agenas, l’Agenzia nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, ha ideato il “Progetto sulla definizione di una metodologia per la determinazione del fabbisogno del personale sanitario”.
Al tavolo Agenas, nei giorni scorsi, si è unita anche la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica (FNOPO): «Abbiamo offerto la nostra collaborazione per illustrare le peculiarità e le problematiche della nostra professione – racconta la presidente FNOPO, Silvia Vaccari -. Riteniamo fondamentale che l’Agenas possa avvalersi anche delle esperienze dei professionisti sanitari per calcolare il reale fabbisogno di personale». Sono tre i possibili ambiti di intervento individuati dai vertici della FNOPO: il territorio, l’ospedale e i modelli organizzativi.
L’implementazione dell’assistenza territoriale è già prevista dal PNRR e il ruolo dell’ostetrica è inserito con la presa in carico della donna, della coppia, del feto e del neonato nell’ambito del suo contesto familiare, durante il periodo prenatale (percorso nascita fisiologico a gestione ostetrica) e postnatale, con particolare riguardo alla tutela della salute della popolazione femminile, dall’adolescenza alla post menopausa. «È necessario implementare l’accoglienza e la presa in carico delle donne, delle coppie e delle famiglie in base al numero di cittadini effettivamente presenti in ogni territorio. Offrire un’assistenza adeguata a livello territoriale significa anche diminuire il carico di lavoro che grava sulle strutture ospedaliere – assicura Vaccari -. Le ostetriche dovrebbero essere presenti nelle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale), a domicilio ed anche nelle scuole e nei luoghi frequentati dai giovani per parlare di sessualità e medicina di genere. Il ruolo delle ostetriche è fondamentale sia nel periodo prenatale, quindi accanto alle donne prima che siano ricoverate per il parto, ma anche al fianco di chi soffre di particolari patologie, come quelle oncologiche».
L’ospedale è il secondo ambito di intervento proposto dalla Fnopo. «In questo contesto il ruolo dell’ostetrica non può essere limitato alla sala parto, ma si estende ad altri setting, come il triage ostetrico, la sala operatoria ostetrica, i reparti di Ostetricia e di Ginecologia, gli Ambulatori, la Procreazione medicalmente assistita. L’assistenza al travaglio-parto – sottolinea Vaccari – richiede il calcolo delle risorse umane secondo le raccomandazioni di un modello assistenziale “one to one”, con la realizzazione di una effettiva continuità assistenziale. Nell’epoca post natale, momento in cui le donne spesso vivono in solitudine – e la pandemia ci ha rivelato quanto questa solitudine possa essere dannosa -, l’ostetrica deve essere presente sia per prevenire la Maternity Blues, che per osservare tutti i componenti della famiglia ed individuare eventuali bisogni di salute. Poi, deve restare accanto alla donna anche durante la menopausa, periodo di grande cambiamento nella vita al femminile ed anche per la coppia».
Infine, il terzo ambito di cui si è discusso tra i vertici Agenas e FNOPO è quello della gestione dell’organizzazione. «La pandemia ha modificato molti modelli organizzativi e ha fatto emergere la necessità di incrementare alcuni ruoli come quello dell’ostetrica dirigente, già presente in diversi centri vaccinali, dell’ostetrica per le cure domiciliare e per gli ospedali di comunità. La pandemia ha creato degli stravolgimenti, ma ci ha anche insegnato l’importanza della collaborazione multidisciplinare tra professioni in ambito sanitario. Per questo, al termine del nostro incontro con l’Agenas abbiamo concordando sull’opportunità di proseguire il percorso di collaborazione intrapreso, certamente utile – conclude la presidente FNOPO – anche ai fini della tutela della salute pubblica».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato