Il Segretario della Cgil ha preso parte all’Assemblea Generale Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn. Filippi: «Mmg, specialisti ambulatoriali e medici fiscali devono rientrare nel contratto collettivo nazionale della dirigenza». Lanza: «Delusi dal PNRR»
«In questo anno terribile abbiamo provato ad essere per gli altri tante candele nel buio». Così Serena Sorrentino, Segretaria generale Fp Cgil, ha dato inizio all’Assemblea Generale Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn che ha avuto luogo in via telematica questa mattina. Un momento importante per fare il punto della situazione dopo un anno in cui alle difficoltà intrinseche e ai problemi atavici che riguardano il settore sanitario si è aggiunta una pandemia che ha sollevato ulteriori criticità fino a questo momento ancora sconosciute.
«Di cose ne abbiamo fatte tante – spiega Sorrentino –, dal piano straordinario per le assunzioni ad un contratto che tutela maggiormente sia i giovani che chi si appresta ad andare in pensione, dalla lotta al precariato alla proposta del new deal per la salute. Ma tanto ancora c’è da fare», come ad esempio una «battaglia per la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, da contrapporre agli interessi corporativi, e il sostegno alla campagna per liberalizzare i brevetti dei vaccini».
In agenda anche una giornata di mobilitazione nazionale unitaria, prevista per il 20 maggio, e un’iniziativa del sindacato a fine mese per riaccendere l’attenzione sulla medicina del lavoro e sul ruolo dei dipartimenti di prevenzione. «I professionisti sanitari – spiega ancora la Segretaria generale – dovranno essere protagonisti della ricostruzione di un sistema socio-sanitario nazionale che vada oltre i regionalismi, la divisione e la contrapposizione tra gestione pubblica, diritto pubblico, salute universale e interessi del privato. Una ricostruzione in cui le linee guida siano prossimità, prevenzione e medicina d’iniziativa. Vogliamo dare alla cura la dimensione del benessere, funzione non solo clinica ma soprattutto sociale».
Tra le battaglie da portare avanti, ce n’è una in particolare a cui tiene molto Andrea Filippi, Segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn. «Le nostre proposte vanno tutte in una direzione molto chiara. Nello specifico, dobbiamo andare verso una riorganizzazione dei servizi incentrata sulla multiprofessionalità, come abbiamo detto in merito al new deal della salute che abbiamo presentato a Roma in Piazza del Popolo: tutti i professionisti devono finalmente lavorare in un unico perimetro contrattuale. La nostra prospettiva è che i medici di Medicina Generale, gli specialisti ambulatoriali e i medici fiscali possano tutti rientrare nel contratto collettivo nazionale della dirigenza. Non è più ammissibile la frammentazione contrattuale, che oggi stiamo vivendo, che diventa poi discontinuità organizzativa. Oggi abbiamo una possibilità enorme – spiega Filippi – perché nel Recovery Fund è presente la proposta di potenziamento dei territori a partire da nuclei multiprofessionali. Se si vuole fare in modo che questo progetto funzioni è necessario stabilire da adesso che chi lavora in quei servizi abbia la possibilità di lavorare nella dipendenza. Chi lavora nelle case o negli ospedali di comunità ed è coordinato dai distretti deve lavorare con il contratto collettivo nazionale»
«Noi dell’esecutivo Fp Cgil Medici e dirigenti del servizio socio-sanitario nazionale vogliamo essere molto chiari nel giudizio sul PNRR, ed esprimiamo tutta la nostra delusione». Così Guglielmo Lanza dell’esecutivo nazionale Fp Cgil, che continua: «A fronte di quel che è accaduto e che sta accadendo, a fronte dei grandi problemi che la sanità pubblica sta evidenziando, che sono il frutto di scelte politiche scellerate, la risposta data dal PNRR ci sembra francamente debolissima. E con altrettanta chiarezza – spiega – affermiamo che per come è stato presentato sembra più frutto di un grande compromesso che una scelta oculata di allocazione di risorse in previsione di una grande riforma della sanità pubblica. Una riforma che chiediamo a voce alta e la rivendicheremo in tutte le sedi in cui saremo chiamati a confrontarci, provando a costruire alleanze anche fuori dal nostro terreno abituale, con le organizzazioni e le associazioni che vorranno ascoltarci. Una riforma – conclude Lanza – che parta dagli ultimi, da chi è rimasto indietro e che garantisca a tutti i cittadini di questo Paese il diritto alla salute e che riporti il nostro Ssn ad essere davvero universalistico, equo, solidale e democratico».
L’ultimo intervento dell’assemblea è stato affidato a Maurizio Landini, Segretario Cgil: «Noi non rinunciamo mai ad avere una visione generale e mettiamo sempre insieme la difesa dei diritti delle persone che lavorano con la necessità di cambiare anche il modello sociale, sia attraverso il lavoro che tramite la nostra azione. Credo che questo sia un punto particolarmente importante perché la pandemia ha accelerato tutti i processi e ha fatto emergere tutte quelle diseguaglianze, quelle disfunzioni che non tutti vedevano e che al limite, in alcuni casi, erano anche coperte da altre situazioni».
Ma cosa ha significato e cosa sta significando questa pandemia? «Siccome non vogliamo semplicemente tornare a come eravamo prima della pandemia, quando già le cose non funzionavano, il nostro problema è come cambiare il modello sociale ed economico. Abbiamo bisogno di analizzare e capire quello che concretamente sta avvenendo e quindi delineare anche le nostre azioni».
Tra le cose da fare non è da escludere, secondo Landini, anche un «cambiamento organizzativo del sindacato. Se non si può tornare a come eravamo prima, anche noi come organizzazione sindacale sentiamo l’esigenza di allargare la partecipazione, di coinvolgere, di camminare assieme anche a tanti altri soggetti, tante altre associazioni che si stanno battendo, perché uno dei temi di fondo che emerge da questa pandemia è il fatto che è sta tornando centrale il lavoro e la vita diretta delle persone. Negli ultimi anni – continua Landini – sono stati favoriti una frammentazione del lavoro, una riduzione dei diritti delle persone che lavorano, un aumento della precarietà e una crescita della competizione fra le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare. Se ci pensiamo – spiega il Segretario –, quel che sta emergendo è che mai come adesso sarà il lavoro delle persone a sconfiggere il virus ed è fondamentale cooperare, discutere, ragionare, lavorare insieme. Ciò è possibile farlo superando logiche parziali o particolari e capendo che solo insieme si è in grado di avere una visione reale di quel che sta succedendo. Questa pandemia ha reso evidente che nessuno si salva da solo».
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