Il Miur prima annulla la prova e poi ci ripensa. Saltano le teste al Cineca, ministro Giannini sotto tiro
Dietrofront sui test per l’accesso alle Scuole di specializzazione in Medicina. Nella tarda serata di ieri il Miur ha stabilito che la prova non dovrà essere ripetuta. Dopo il pasticcio dei quiz invertiti, che aveva portato – a caldo – all’annullamento del concorso, si è cercata una soluzione tesa a calmare le acque.
Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha riunito a Roma la Commissione nazionale incaricata la scorsa estate di validare le domande e, dopo aver vagliato i quesiti invertiti, ha stabilito – con il placet dell’Avvocatura dello Stato – di procedere al ricalcolo del punteggio dei candidati neutralizzando le due domande per Area sulle quali si era creato il caso. “Questa soluzione – ha spiegato il ministro Giannini – è il frutto di un approfondimento per tutelare gli sforzi personali e anche economici dei candidati e delle loro famiglie a seguito del grave errore materiale commesso dal Cineca”. Tanti candidati per sostenere il test, infatti, hanno dovuto affrontare costose trasferte per svolgere le prove nella loro città di residenza.
Resta comunque il caos nonostante la sanatoria ministeriale e le dimissioni di Emilio Ferrari, il presidente del Cineca, la Commissione che ha gestito i quiz ed ha dunque la responsabilità materiale degli errori commessi. Il sistema dei test di accesso alle specializzazioni ha evidentemente bisogno di una rivisitazione. È stata scongiurata anche una nuova ondata di ricorsi, ma il ministro dell’Istruzione Giannini si ritrova tra le mani un’altra “patata bollente” da gestire insieme a quella del Numero Chiuso per l’accesso alla Facoltà di Medicina.
Prevista, domani, una manifestazione di protesta a Trastevere, sotto la sede del Ministero dell’Istruzione, dove il SIGM chiederà a Stefania Giannini “senso di responsabilità per trovare una soluzione prima delle sue dimissioni”. E verso la ricerca di una soluzione vanno le principali reazioni al “balletto” dei test annullati e poi convalidati. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha sottolineato l’esigenza di rendere “normali i test di accesso a Medicina, evitando che ogni volta succedano cose straordinarie”. Secondo FNOMCeO, però, “è difficile individuare quali interventi possano restituire dignità e affidabilità alla prova nel suo complesso”, ma intanto è certo “che tutte le responsabilità coinvolte debbano assumere gli atti conseguenti, essendo in gioco la credibilità e la serietà delle Istituzioni”. Anche per ACOI è necessario “un cambiamento radicale, non solo sui test, ma sull’intero sistema formativo”, e propone “il passaggio della formazione post laurea dal Miur al Ministero della Salute”. Consulcesi prende immediatamente le difesa dei giovani medici, dichiarandosi pronta a sostenere eventuali ricorsi al fianco dei camici bianchi, e annuncia un “monitoraggio costante sugli sviluppi della vicenda”. Per Federspecializzandi, infine, le “problematiche logistiche ed organizzative non devono però mettere in discussione il concorso nazionale”.