Due i punti su cui manca l’accordo: l’individuazione dell’Ente istruttore della pratica in caso di pensione di vecchiaia e le modalità tecniche con cui si forma la provvista ideata dall’Istituto pubblico
Ancora niente di fatto per il cumulo. Le 134 domande pervenute all’Enpam rimangono in attesa di un accordo tra la cassa dei medici e l’Inps. Per definire le procedure esecutive della norma, entrata in vigore nel gennaio 2017, è infatti necessario un accordo tra l’associazione delle casse previdenziali e l’Istituto che stenta ad essere raggiunto. Sono due i punti da risolvere: l’individuazione dell’Ente istruttore della pratica in caso di pensione di vecchiaia in regime di cumulo e le modalità tecniche con cui si forma la provvista ideata dall’Istituto pubblico.
Su questo secondo aspetto, le Casse hanno richiesto la possibilità di un controllo preventivo sulle somme richieste dall’Inps (che materialmente invierà l’assegno al pensionato) all’ente previdenziale privato di riferimento per il professionista. L’istituto pubblico da parte sua ha invece proposto un conguaglio a posteriori su quanto eventualmente corrisposto in più dagli enti previdenziali.
«Al 90% siamo d’accordo», spiega il vicedirettore generale della cassa Vittorio Pulci. Ecco perchè al termine dell’incontro tecnico di qualche giorno è stato espresso «un cauto ottimismo circa la possibilità di arrivare in tempi rapidi a una soluzione che permetta all’istituto pubblico di erogare le prime pensioni», si legge sul sito dell’Enpam.
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