Lavoro e Professioni 18 Maggio 2021 12:02

Per la logopedia ogni età è quella giusta

Rossetto (CNDA): «Grazie alle numerose evidenze scientifiche raccolte in materia, i nostri interventi sono sempre più mirati ed efficaci: promuoviamo la suzione non nutritiva tra i neonati, trattiamo i disturbi del linguaggio dell’età evolutiva e della terza età. In prima linea anche nel trattamento degli effetti del Long Covid»

di Isabella Faggiano

Neonati che non hanno il naturale riflesso della suzione, bambini e adolescenti che non pronunciano correttamente le parole, anziani che non riescono più a deglutire in modo corretto. Sono solo alcuni esempi di pazienti per i quali è indicato, così come dimostrato da numerose evidenze scientifiche, un intervento logopedico. «Il Logopedista – spiega Tiziana Rossetto, presidente della Commissione Nazionale d’Albo dei Logopedisti -, è una figura professionale che opera a 360°, in modo trasversale, in tutte le fasi della vita»

Logopedia neonatale

L’allattamento al seno è raccomandato dall’OMS e dall’UNICEF, ma è una pratica ancora troppo poco diffusa in Italia, soprattutto tra i bambini ricoverati. Per questo, è stato realizzato un gruppo multidisciplinare per l’allattamento al seno, coordinato dalla FNO, che coinvolge diversi professionisti sanitari, tra i quali spicca la figura del logopedista. «Le nostre competenze professionali – sottolinea Rossetto – ci permettono di valutare i disordini oro alimentari che colpiscono i neonati prematuri e i neonati critici della terapia intensiva neonatale. Il logopedista, con il suo intervento, promuove la suzione non nutritiva, condizione di base per avviare il neonato alla suzione nutritiva».

Logopedia dell’età evolutiva

I bambini nati prematuri o affetti da patologie fin dalla tenerissima età, dunque, saranno presi in carico dal logopedista già in epoca neonatale, per poi essere monitorati durante tutte le fasi di crescita. «Tuttavia – dice la presidente della CNDA Logopedisti -, nell’età evolutiva possono comparire disturbi primari del linguaggio, che impediscono al bambino di avere una comunicazione aderente agli standard della sua età, pur in assenza di altre problematiche. In questo caso, il logopedista attua degli interventi specifici che consentiranno al bambino di sviluppare un’interazione adeguata. Ritardi o alterazioni del linguaggio possono presentarsi anche come conseguenza di disturbi neurologici o cognitivi. Nel “linguaggio” sono incluse anche la lettura e la scrittura, in quanto questi bambini sono più a rischio di sviluppare disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)».

Logopedia e Covid-19

In questo periodo di pandemia i logopedisti hanno lavorato in prima linea, accanto ai pazienti sottoposti a ventilazione invasiva. «A seguito dell’estubazione è frequente che si presentino problemi di disfagia. Ma se in una prima fase della pandemia i logopedisti sono stati impegnati soprattutto con i pazienti dimessi dalla terapia intensiva – aggiunge Rossetto -, oggi siamo molto concentrati pure sugli effetti del Long Covid. Tra i vari sintomi descritti sono emerse difficoltà nella comunicazione, disorientamento, disturbi della memoria e anomie. Problematiche per le quali è richiesto anche l’intervento del logopedista».

Logopedia nella terza età

L’Italia è un Paese longevo: ma quando si vive più a lungo è molto probabile che ci si ammali di più. «Alzheimer, Parkinson, decadimento cognitivo, demenze sono tra le problematiche più diffuse nella terza età. E numerosi dati hanno dimostrato che l’intervento logopedico è in grado di migliorare la qualità della vita di questi pazienti. In particolare – sottolinea la presidente della CNDA – per il trattamento dei malati di Parkinson abbiamo tradotto le linee guida olandesi, grazie alle quali prendiamo in carico il paziente fin dall’inizio della malattia, lavorando sia sulla fonazione che sulla capacità di gestire l’alimentazione. Numerose Regioni stanno promuovendo percorsi terapeutici che agevolano il nostro intervento: di recente, il Veneto ha creato una mappa delle demenze, delineando la tempestività con cui il logopedista deve prendere in carico questi pazienti. Un lavoro reso ogni giorno più efficace dalle numerose ricerche ed evidenze scientifiche raccolte in materia che aiutano il professionista ad ottimizzare il suo lavoro ma, soprattutto – conclude Rossetto -, assicurano al cittadino le migliori cure».

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