Dal 2009 il Servizio Sanitario Nazionale ha perso 45mila operatori. -4.800 solo nel 2016. Aumenta invece l’età media: dai 43,5 anni nel 2001 si sale ai 50,6 anni nel 2016
«Per gli enti del Servizio sanitario nazionale la riduzione avvenuta nel 2016 (4.808 unità) rispetto al 2015 è la seconda più elevata in termini assoluti tra tutti i comparti, ed è poco meno della metà di quella registrata l’anno precedente, la più consistente dell’intero periodo considerato (10.325 unità)».
Gli allarmi sulla carenza di medici e infermieri si moltiplicano, ma a certificare l’emorragia di operatori sanitari nero su bianco è il Conto economico del personale della Pubblica Amministrazione 2016, pubblicato dalla Ragioneria generale dello Stato.
Il calo di quasi 5mila unità, che rappresenta un -4,9% dal 2007, ha riguardato per lo più il personale non dirigente (4131 operatori in meno), soprattutto infermieri (-1723). Per i medici il bilancio 2016 indica -294 camici bianchi, con un netto aumento però dei ‘camici rosa’: +937. Dunque a ‘svanire’ sono stati soprattutto i medici maschi (-1.231). Sempre nel 2016, rispetto all’anno precedente, si segnalano 67 veterinari in meno, 47 odontoiatri in meno e 202 dirigenti sanitari non medici in meno. Controcorrente la situazione dei manager (+53 rispetto al 2015): ovvero +15 direttori generali, +6 direttori sanitari, +10 direttori amministrativi e +22 direttori sociosanitari.
Fattore rilevante, per il comparto in esame, «è rappresentato dalla sottoposizione o meno delle Regioni alla disciplina del piano di rientro della spesa sanitaria», si legge nel report.
Infine, nel 2016 aumenta l’età media del personale SSN, che cresce un po’ in tutto il pubblico impiego. Dai 43,5 anni nel 2001 si sale a 50,6 anni nel 2016. Il «forte invecchiamento nel pubblico impiego – si legge nel documento – potrebbe rendere progressivamente più difficoltoso l’affiancamento, e quindi la trasmissione della conoscenza dei complessi processi lavorativi propri dell’impiego pubblico» tra personale esperto e neoassunti.