Fuocoammare non ha vinto la statuetta ma ha portato l’attenzione del mondo sul tema delle migrazioni. Il bagaglio professionale e umano del dottor Bartolo a disposizione dei colleghi nel progetto di OIS, sostenuto da Consulcesi Onlus. Le prossime iniziative: scuola di alta formazione per medici e operatori sanitari, cartella sanitaria unica del migrante, casa famiglia per minori non accompagnati, servizio di unità mobili per prestare assistenza sanitaria ai migranti in fase di prima accoglienza
Un premio Fuocoammare lo ha vinto comunque: il merito di aver portato l’attenzione del mondo sul tema delle immigrazioni: «Questa esperienza – ha dichiarato Pietro Bartolo, medico di Lampedusa protagonista del documentario – ha raggiunto il risultato di accendere i riflettori della comunità mondiale sull’immigrazione in un 2017 che sarà decisivo anche per il progetto Sanità di Frontiera avviato dall’Associazione OIS – Osservatorio Internazionale per la Salute Onlus e sostenuto da Consulcesi Onlus. Aver portato il tema delle migrazioni all’attenzione del mondo – conferma il dottor Pietro Bartolo, che è anche componente del Comitato Scientifico di OIS – è il vero grande risultato raggiunto ad Hollywood nella notte degli Oscar. Possiamo essere orgogliosi di aver raccontato il grande tema del nostro presente».
Ora il progetto Sanità di Frontiera, dopo il primo corso tenuto a Lampedusa accreditato dal Provider ECM 2506 Sanità in-Formazione, continua con l’intento di colmare il vuoto oggi esistente in Europa relativamente all’offerta formativa per gli operatori sanitari che si occupano di migrazione. Si punta ad accrescere, attraverso una scuola di alta formazione, che vede protagonista anche il dottor Bartolo, quelle competenze specifiche sempre più richieste in questo ambito. Un’altra questione affrontata dal Progetto è quella della creazione di una cartella sanitaria unica del migrante che registri, e metta in rete tra gli addetti ai lavori, il livello di salute delle persone che arrivano sulle coste italiane, nonché le diagnosi effettuate e le terapie prescritte e seguite dal migrante all’atto dello sbarco nonché in tutte le successive tappe del suo percorso migratorio, fra i vari centri di accoglienza e le diverse Regioni ospitanti. Altri punti centrali sono, inoltre, la realizzazione in Sicilia di una casa famiglia per minori non accompagnati e un servizio di Unità Mobili per prestare assistenza sanitaria ai migranti in fase di sbarco e prima accoglienza, attraverso il personale formato dal Progetto Sanità di Frontiera.
«Condividiamo appieno la soddisfazione e l’entusiasmo del dottor Bartolo e siamo convinti, al suo pari, che il messaggio del documentario, arrivato ora anche dall’altra parte del Mediterraneo, possa veramente scuotere gli animi e le coscienze di chi davvero può fare qualcosa, mettendo fine alle morti a cui ancora oggi si deve assistere. Nel frattempo, però, continua ad essere fondamentale portare avanti gli interventi legati all’accoglienza e alla salute dei migranti», è il commento dell’Associazione OIS – Osservatorio Internazionale per la Salute Onlus.
L’iniziativa umanitaria e didattica, partita nel dicembre scorso a Lampedusa, e che sarà replicata presto in altre sedi in Italia e all’estero, prevede corsi riservati ai medici tenuti dallo stesso Pietro Bartolo insieme ad esperti di Istituto Superiore di Sanità, OMS e OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), Marina Militare, MSF-Medici Senza Frontiere, Emergency, ASP6 di Palermo, l’Assessorato Salute e il Dipartimento per le Attività Sanitarie e l’Osservatorio Epidemiologico della Regione Sicilia, UNHCR, Croce Rossa Italiana, SIMM (Società Italiana Medicina delle Migrazioni), INMP, Save the Children e molti altri soggetti e istituzioni.