TURNI MASSACRANTI – Il Dg Domenico Alessio analizza le difficoltà di applicazione della legge 161 già alla base di migliaia di ricorsi. «Sono sempre al fianco dei medici, ma è dura con queste limitazioni»
Sarebbe assurdo che un direttore generale non stesse al fianco del proprio personale. Quotidianamente mi relaziono con il personale: ascolto le loro esigenze, ci confrontiamo, analizziamo le criticità e cerchiamo di individuare le soluzioni.
Poi alla fine resta sempre la stessa esigenza: quella di garantire al massimo l’attività assistenziale, quindi rispettare il dettato dell’articolo 32 della Costituzione [quello che per intendersi riconosce alla salute un diritto fondamentale ed inviolabile per ogni personale, ndr.]». Anche Domenico Alessio, il Direttore Generale del Policlinico “Umberto I” di Roma evidenzia le enormi difficoltà che si incontrano nelle strutture pubbliche per applicare la direttiva europea 2003/88 sugli orari di lavoro. Come nelle altre tappe del tour, avviato da Sanità informazione negli ospedali di tutta Italia ormai da diverse settimane, anche nel Policlinico capitolino blocco del turnover e carenza di personale rappresentano duri ostacoli da superare per poter garantire i servizi ai cittadini senza violare la legge 161, entrata in vigore nel novembre del 2014 per sanare una lunga violazione dello Stato italiano, a tutt’oggi alla base di migliaia di ricorsi per la mancata applicazione tra la Finanziaria del 2008 (la prima che escluse il personale sanitario dalla direttiva comunitaria) al 25 novembre 2015, data appunto in cui è entrata in vigore la nuova normativa.
«È ovvio – riprende il Dg dell’ “Umberto I” Domenico Alessio – che con quelle limitazioni che sono previste dalla normativa europea ci vorrebbe a disposizione più personale. Questo perché se prima un medico superava le 12 ore di lavoro, poteva tranquillamente continuare a lavorare anche attraverso forme compensative diverse. Oggi come oggi, invece, questo non si può più fare. Il punto è che noi dobbiamo continuare ad assicurare tutti i servizi, specialmente quelli di urgenza ed emergenza, rispettando appunto le disposizioni di legge. Quindi è chiaro che abbiamo la necessità di più medici e infermieri, in generale di un aumento di personale». Una situazione di sofferenza che, via via, nei prossimi mesi dovrebbe allentarsi considerando che il Lazio sta uscendo dal commissariamento ed il governatore Nicola Zingaretti ha già avviato un potenziamento degli organici. Proprio le Regioni giocano un ruolo chiave in questa partita. A loro è stato rivolto un appello da parte delle organizzazioni sindacali che hanno firmato l’intesa con il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in merito all’articolo 22 del Patto della Salute, auspicando che arrivi in fretta anche l’ok delle Regioni «questo – si legge nella nota a firma dell’Intersindacale – anche per consentire che il confronto prosegua per la soluzione di altri aspetti del lavoro professionale, elemento necessario per la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, contribuendo anche ad accelerare i tempi per il rinnovo di contratti e convenzioni».