Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma Antonio Magi annuncia che si costituirà parte civile nel processo per esercizio abusivo della professione medica nei confronti di Adriano Panzironi: «Altri Ordini ci seguiranno». Poi sottolinea: «Non serve legge che definisca atto medico, definizione è nota». A marzo la prima udienza
«L’Ordine dei Medici di Roma è molto attento alla tutela anche della professione e delle competenze del medico che per essere tale deve studiare almeno sei anni per laurearsi e altri cinque o sei per specializzarsi. Questi anni di studio servono proprio per affinare quelle competenze che servono a salvaguardare la salute dei cittadini. Per questo ci costituiremo parte civile nel processo contro Adriano Panzironi». Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Antonio Magi, alla vigilia del processo contro il guru della dieta ‘Life120’ Adriano Panzironi che avrà inizio i primi di marzo, spiega ai microfoni di Sanità Informazione i motivi che hanno spinto l’Ordine a denunciare il giornalista promotore di una dieta proteica con cui promette di ‘far vivere fino a 120 anni’.
«Lo abbiamo denunciato per esercizio abusivo della professione medica perché, come ente sussidiario dello Stato, abbiamo l’obbligo di tutelare la salute dei cittadini – spiega Magi -. In quanto detentori dell’Albo professionale possiamo stabilire chi è abilitato a fare l’atto medico. Abbiamo avuto degli esposti e poi siamo andati a verificare quello che effettivamente stava accadendo. Abbiamo verificato che c’erano delle attività che andavano ad essere corrispondenti a un atto medico, a ciò che è quel che un medico è abilitato a fare. Proprio per questo abbiamo provveduto alla denuncia. Il giudice che ha fatto l’indagine ha ritenuto valide le nostre indicazioni per cui ha rinviato a giudizio Panzironi».
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Panzironi, già sanzionato da Antitrust e Autorità di garanzia per le comunicazioni, oltre ad essere stato sospeso dall’Ordine dei giornalisti, è chiamato a spiegare a che titolo dispensasse consigli su dieta e stile di vita.
«La dieta – continua Magi – può essere prescritta anche da altri soggetti che non sono medici. Ma questi soggetti hanno necessità di avere il certificato che il paziente sia una persona sana senza problemi di salute. In questo caso, con il certificato, una dieta dimagrante può essere prescritta anche da altre figure. Ove c’è una patologia è il medico ad indicare la dieta. O un professionista sanitario, ma sempre sotto indicazione medica. Questo tutela da eventuali complicanze. Certo, un paziente può anche non sapere di avere altre patologie. Ma nel caso di Panzironi ci sono pazienti che dichiarano espressamente di avere patologie, quindi il fatto è ancora più grave».
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Da qui la scelta di Magi di far costituire l’OMCeO Roma parte del civile al processo: la difesa dell’Ordine è stata affidata all’avvocato Valeria Raimondo dello Studio Bortone. Una decisione che con buona probabilità sarà seguita anche da altri Ordini dei Medici e da altri Ordini professionali.
Magi però non crede sia necessaria una definizione legislativa dell’atto medico e non condivide una proposta di legge in materia presentata dai Cinque Stelle: «Sono contrario a una legge che dica cos’è l’atto medico – spiega -. L’atto medico è definito da tempo. La Uems (Unione europea dei medici specialisti) ha definito sia l’atto medico che l’atto sanitario: l’atto medico lo possono fare i medici, l’atto sanitario lo possono fare le professioni sanitarie. Sono ben definiti i comportamenti e quelle che sono le varie competenze delle varie attività professionali. Un giornalista non può compiere né un atto medico che un atto sanitario».
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