Sono un giovane anestesista; ho acquisito da poco tempo la specializzazione e sto vagliando alcune opportunità di lavoro che mi si sono presentate. Tra le altre, sto prendendo in seria considerazione quella di una clinica privata di una certa notorietà ed importanza nella zona dove opero. Il trattamento propostomi, certo non esaltante economicamente, prevede un […]
Sono un giovane anestesista; ho acquisito da poco tempo la specializzazione e sto vagliando alcune opportunità di lavoro che mi si sono presentate. Tra le altre, sto prendendo in seria considerazione quella di una clinica privata di una certa notorietà ed importanza nella zona dove opero. Il trattamento propostomi, certo non esaltante economicamente, prevede un rapporto di libero professionista con pagamento delle mie prestazioni a presentazione di fattura. Non mi lamento per questo; so bene che questa è una fase dalla quale transitano tutti, anche al fine di acquisire la miglior esperienza professionale sul campo. Ma c’è invece un’altra cosa che non mi convince: quella dell’assicurazione. Mi è stato richiesto di presentare la mia polizza di assicurazione per la responsabilità professionale; questa polizza mi costerà più o meno il 20% del mio emolumento. Dovrò ovviamente provvedere. Ma mi chiedo, e le chiedo: ma non doveva la legge Gelli risolvere anche questa questione? Ma allora la Gelli è in vigore o è ancora una mera proposta?
Il suo caso non è certo isolato ed è stato preso in considerazione dalla legge Gelli al fine primario di garantire comunque il paziente evitandogli spiacevoli scoperture assicurative. La legge dispone infatti che chiunque si rechi presso una struttura sanitaria debba essere certo che esista un’adeguata copertura assicurativa. A tal fine la legge obbliga la struttura ad assicurare non solo sé stessa ma anche tutti coloro che a qualsiasi titolo vi operano. Quindi nel suo caso l’onere della copertura assicurativa spetta certamente alla Struttura Sanitaria. La legge prevede che, soltanto nel caso di danno provocato da sua colpa grave, la struttura possa rivalersi nei suoi confronti. A tal fine la obbliga a stipulare una sua personale polizza limitata al caso di colpa grave.
Fino a qui tutto appare coerente e corretto. Ma c’è un particolare che dalle nostre parti spesso rappresenta il piccolo granellino di sabbia che blocca un macchinario imponente e sofisticato. La Legge Gelli, per essere pienamente operativa, ha bisogno dell’emanazione di un Regolamento Esecutivo, di un Decreto che ne fissi le regole operative. La legge stabiliva che questo Decreto avrebbe dovuto essere emanato entro 90 giorni; il termine è già scaduto e tutti si spera che non attenderemo molto tempo dopo aver atteso anni la legge.
Fino ad allora valgono le vecchie regole e quindi, mi spiace confermarlo, la sua struttura privata non fa nulla di illegittimo richiedendole la esibizione della sua polizza personale.