Solo l’1% in più per chi si mette in regola entro questa data. E anche per i ritardatari è possibile il rateizzo
Il primo termine di pagamento per la Quota B è scaduto lo scorso 31 ottobre, ma per i ritardatari non c’è (ancora) motivo di disperarsi. Fino al 29 gennaio infatti si potrà pagare il bollettino scaduto dei contributi relativi ai redditi libero professionali con una sanzione minima.
Questo perché, fermo restando la scadenza del 31 ottobre, per chi non ha scelto la domiciliazione bancaria e paga ancora con bollettino in un’unica soluzione, è possibile versare la Quota B 2022 (relativa ai redditi da libera professione del 2021) per i successivi 90 giorni con una maggiorazione limitata all’1%. Attenzione, però, a non superare questa data, o la sanzione sarà molto maggiore per cause che non dipendono da Enpam, ma dall’applicazione del tasso di interesse legale aggiornato.
Abbiamo quindi chiarito che il 29 gennaio è il termine ultimo per limitare la sanzione all’1% in più dei contributi da versare. Ma cosa succede se invece si supera questa data? In questo caso, si pagherà una maggiorazione dell’8%, risultato del 3% di sanzione sommata al 5% del nuovo interesse legale. Quest’ultimo infatti è stato di recente aumentato con decreto dal ministero dell’Economia e delle finanze, ed è in vigore da inizio 2023. La sanzione in questo caso sarà progressiva, calcolata in base ai giorni e ai mesi di ritardo, e potrà arrivare fino al 40% dell’importo iniziale dovuto.
Per coloro che non hanno ancora attivato la domiciliazione bancaria, l’unico sistema per pagare la Quota B è il bollettino con sistema PagoPA, in un’unica soluzione. Tuttavia Enpam offre l’opportunità, anche a chi è in ritardo con il pagamento, di dilazionare il versamento dei contributi fino a 30 mesi, attraverso l’apposita e gratuita carta di credito proposta da Enpam in convenzione con la Banca Popolare di Sondrio.
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